Esistono oggetti che evocano ricordi d’infanzia, ma altri che sembrano portarsi dietro qualcosa di molto più oscuro. The Monkey, diretto da Osgood Perkins, prende un innocente giocattolo meccanico e lo trasforma in un simbolo di maledizione, sangue e follia. Il film si ispira all’omonimo racconto breve di Stephen King e lo rielabora in un horror bizzarro, sporco e volutamente disturbante.
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Quando la nostalgia diventa terrore
La storia ruota attorno ai gemelli Hal e Bill, legati fin da piccoli a un evento inspiegabile: la scoperta in soffitta di una scimmia a piatti, uno di quei giocattoli d’altri tempi che, una volta attivato, sembrava scatenare una scia di morti. Anni dopo, diventati adulti e con una vita apparentemente normale, i due si ritrovano faccia a faccia con il passato. E quella scimmia è tornata a suonare.
Non si tratta di un horror convenzionale. La tensione non nasce solo dai salti sulla sedia, ma da un’angoscia più viscerale: quella dell’ineluttabilità, del trauma infantile mai superato. E ogni “clap clap” della scimmia è un conto alla rovescia.
Grottesco e sangue a secchiate
Osgood Perkins, figlio d’arte (sì, di Anthony), opta per un registro che alterna momenti di tensione autentica a punte quasi pulp, con una regia che non ha paura di sporcarsi. Le scene di morte sono volutamente esagerate, con quel gusto per l’assurdo che può ricordare certe derive da commedia nera. È un gioco pericoloso, ma che in questo caso funziona: invece di togliere credibilità alla paura, ne amplifica il lato più disturbante.
L’estetica è volutamente vintage, con colori desaturati, ambientazioni familiari e claustrofobiche, e un’atmosfera che sembra uscita da un incubo retrò. La fotografia aiuta a mantenere questo equilibrio tra reale e deformato, mentre il ritmo narrativo è irregolare — proprio come la risata della scimmia.
Theo James sorprende in un doppio ruolo
Theo James interpreta entrambi i gemelli, riuscendo a dare due sfumature distinte a personaggi segnati dallo stesso trauma, ma cresciuti con reazioni opposte. È una prova di attore intensa, a tratti spigolosa, che porta profondità in un film che, pur raccontando una storia surreale, resta radicato in un dolore umano e riconoscibile.
Perché consigliamo The Monkey?
Consigliamo The Monkey perché è un horror che non si limita a fare paura: ti mette a disagio. Non ti lascia indifferente. È un film strano, volutamente sopra le righe, ma con un’identità precisa. Ha il coraggio di spingere sull’estetica, sull’eccesso, e sulla simbologia. E anche quando inciampa — magari in un ritmo non sempre perfetto — riesce comunque a lasciarti qualcosa.
Non è solo il racconto di una maledizione. È la storia di come i traumi ci seguano ovunque. Anche quando li nascondiamo in soffitta.