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Diamanti – Ferzan Özpetek firma il suo film più intimo e corale

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

Con Diamanti, Ferzan Özpetek torna a casa. Lo fa in tutti i sensi: nella Roma degli anni ’70, tra palazzi color ocra e vicoli pieni di chiacchiere, e nel cuore pulsante delle storie corali che hanno sempre definito il suo cinema. Ma qui c’è qualcosa in più. C’è una malinconia elegante, una dolcezza più riflessiva. C’è la volontà di costruire un racconto che non si limita a incantare, ma scava, abbraccia e lascia un segno.

La storia si muove intorno alla sartoria Canova, dove un gruppo di donne lavora dietro le quinte del cinema italiano, confezionando costumi con le mani e la memoria. Un microcosmo femminile che diventa specchio dell’Italia dell’epoca, tra fermento culturale, desideri inesplicabili e dolori mai davvero elaborati.

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Diamanti: Donne forti, fragili, vive

Ozpetek affida a un cast tutto al femminile la costruzione di un mondo autentico e variegato. Le protagoniste – madri, sorelle, amiche, amanti – si muovono tra ricordi, conflitti e affetti mai sopiti. Luisa Ranieri e Jasmine Trinca guidano la narrazione con profondità emotiva e naturalezza, ma è l’ensemble nel suo complesso a brillare, a rendere Diamanti un film che respira insieme ai suoi personaggi.

C’è una tensione costante tra il non detto e l’evidente, tra il gesto quotidiano e la tragedia personale, che il regista orchestra con delicatezza, senza mai spingere il dramma oltre il necessario. La forza sta nella semplicità, nella sincerità di uno sguardo che racconta con pudore e calore.

La Roma che non dimentica

L’ambientazione non è solo sfondo, ma personaggio. La Roma degli anni ’70 è viva, vera, quasi tangibile. Tra costumi, arredi e luci calde, si respira un’atmosfera d’altri tempi che non scade mai nella nostalgia sterile, ma diventa materia viva. La città si fa culla di emozioni, amplificatore di ciò che le protagoniste non riescono a dire a parole.

La sartoria diventa simbolo di un mondo che cambia, di un’arte che resiste, di una femminilità capace di generare bellezza anche nel caos. Ed è proprio lì che Özpetek costruisce il cuore del film.

Diamanti è un racconto di legami, assenze, trasformazioni. Un film che celebra l’intimità, il lavoro invisibile, la forza femminile e l’amore per il cinema. Con il suo tocco inconfondibile, Ferzan Özpetek firma un’opera matura, densa di emozione e bellezza sommessa.

Un film che si prende il tempo per ascoltare, per restare. E che lascia addosso una sensazione rara: quella di essere entrati in punta di piedi in un luogo vero, dove le vite degli altri ci parlano anche di noi.

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