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The Old Guard: quando l’immortalità ha un prezzo

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

Cosa succede quando l’azione esplosiva da blockbuster incontra la malinconia dell’eternità? The Old Guard, diretto da Gina Prince-Bythewood e distribuito da Netflix, prova a rispondere con un mix tra adrenalina, cuore e filosofia.
Ho guardato questo film attirato dalla presenza magnetica di Charlize Theron, ma sono rimasto anche per il concetto: guerrieri immortali che combattono per un mondo che forse non li vuole più.

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Un concept affascinante, ma difficile da gestire

La trama ruota attorno a un gruppo di mercenari immortali guidati da Andy (una Charlize Theron intensa e fisica come sempre), che combattono nell’ombra da secoli per proteggere l’umanità. Ma quando il loro segreto viene svelato, tutto cambia.

L’idea di base è potente: l’immortalità non è un dono, è una condanna. E il film riesce a mostrare bene il peso psicologico del vivere per sempre. Però, ammettiamolo, a volte cerca di fare troppo e in fretta: world-building, origini, flashback, tradimenti, nuovi poteri, nuovi personaggi… Il ritmo ne risente.


Charlize Theron regina dell’action

Se c’è un motivo per vedere The Old Guard, è lei. Charlize Theron si conferma una delle attrici action migliori in circolazione. Niente da invidiare a John Wick: movimenti puliti, sguardo glaciale, dolore trattenuto.
Anche il resto del cast funziona bene, in particolare Matthias Schoenaerts e il duo Joe & Nicky (la coppia queer più bella vista in un cinecomic negli ultimi anni). Menzione d’onore per KiKi Layne, la nuova recluta: giovane, forte, ma anche il personaggio con più margine di crescita.


Coreografie, fotografia e… villain sottotono

Le scene d’azione sono solide, visivamente appaganti, con uno stile realistico e non troppo caotico (finalmente!). La fotografia è cupa, coerente con l’atmosfera di rassegnazione che permea il film.

Peccato per il villain, interpretato da Harry Melling, che sembra uscito da una parodia: troppo caricaturale per reggere il confronto con il tono maturo del resto del film. Un’occasione sprecata.


The Old Guard è cinecomic? Sì, ma diverso

Tratto da un fumetto di Greg Rucka (che qui firma anche la sceneggiatura), The Old Guard riesce a portare qualcosa di diverso nel panorama ormai saturo dei cinecomic: meno battute, più dolore. Meno CGI, più corpo.
Non tutto funziona – alcune svolte sono prevedibili, il ritmo è disomogeneo – ma c’è una volontà chiara di raccontare qualcosa di più umano e meno patinato.


Conclusioni: un inizio promettente, nonostante i limiti

The Old Guard è un film che lascia il segno, anche se non lo affonda del tutto. Non è perfetto, ma ha un’anima, e in un’epoca di prodotti fotocopia, questo basta per farlo emergere.

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