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Guglielmo Tell: L’eroe ribelle che torna a colpire

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

La leggenda di Guglielmo Tell torna sul grande schermo con una veste nuova: meno solenne, più fisica, più pop. Questa nuova incarnazione cinematografica punta tutto sull’azione, su paesaggi mozzafiato e su una narrazione carica di pathos, riportando in vita una figura simbolo della libertà con uno stile che strizza l’occhio ai grandi film epici degli anni ’90.

Il regista sceglie di raccontare il mito svizzero senza troppi filtri storici, trasformando Tell in un guerriero riluttante, sì, ma pronto a reagire con forza brutale di fronte all’oppressione. Il risultato? Un mix esplosivo tra leggenda, intrattenimento e spettacolo visivo.

Trama e ambientazione

Siamo nel 1307, in una Svizzera oppressa dal dominio asburgico. Guglielmo Tell è un uomo semplice, segnato dal passato, che vorrebbe solo vivere in pace. Ma l’arroganza del balivo Gessler – che impone ai cittadini atti umilianti di sottomissione – lo costringe a reagire.

La famosa scena della mela sul capo del figlio è il punto di rottura: un gesto estremo che segna l’inizio della ribellione. Da lì in avanti, il film esplode in un crescendo di scontri, fughe, strategia e violenza, con Tell trasformato in simbolo vivente di rivolta e libertà.

Visivamente, l’atmosfera è poderosa: montagne, castelli, villaggi in fiamme, campi di battaglia sporchi e crudi. L’elemento naturalistico diventa protagonista, dando profondità a un racconto che alterna dramma, vendetta e azione.

Il volto di un’icona

Claes Bang dà vita a un Tell carismatico e tormentato. È un eroe spigoloso, tutto muscoli e silenzi, con lo sguardo duro e la ferocia di chi ha perso troppo per restare fermo. Accanto a lui, un cast internazionale ben scelto dà corpo a comprimari efficaci: tra questi, spiccano figure femminili forti, una presenza regale disturbante, e il villain perfetto – viscido, crudele, eppure umano.

Le interpretazioni reggono il tono epico del film, pur con qualche eccesso nei dialoghi, a volte enfatici al limite del teatrale. Ma nel contesto generale, funziona: è una narrazione sopra le righe che abbraccia con orgoglio la propria estetica.

Cosa funziona

Azione e ritmo incalzante

Il film ingrana dopo un primo atto riflessivo, ma poi accelera con scontri spettacolari e battaglie coreografate con efficacia. L’azione è ben diretta, spesso brutale, e mantiene alta la tensione fino ai titoli di coda.

Paesaggi e produzione

Le ambientazioni sono una vera meraviglia visiva: scenari alpini che sembrano usciti da un dipinto, costumi realistici, interni vissuti e ben curati. La fotografia esalta la dimensione mitologica del racconto.

Spirito epico-pop

Il tono generale ricorda film come Braveheart o Robin Hood: non c’è timore nel mescolare pathos, eroismo, e violenza sanguigna. La colonna sonora accompagna bene i momenti clou, contribuendo a costruire una tensione da “blockbuster medievale”.

Dove perde mordente

Dialoghi affettati

Alcune battute risultano artificiose, con una retorica che appesantisce il ritmo narrativo. I personaggi, pur credibili nelle azioni, a volte parlano come se fossero su un palcoscenico, e questo rompe l’immedesimazione.

Equilibrio narrativo incerto

La prima parte è lenta e meditativa, la seconda iperattiva. Questo squilibrio rende il film meno compatto. Inoltre, alcuni snodi sono troppo prevedibili o risolti con soluzioni semplicistiche.

Un eroe troppo perfetto

Tell è costruito come una figura mitologica senza grandi contraddizioni. Avrebbe forse giovato una maggiore ambiguità morale, per renderlo più moderno e meno scolpito nella pietra.

Considerazioni finali

Guglielmo Tell è un film ambizioso, che riesce a intrattenere e a costruire una mitologia visiva affascinante. Non è un racconto storico, ma un’epopea cinematografica che preferisce l’epica alla precisione, l’azione al realismo, l’impatto emotivo alla coerenza assoluta.

Chi ama i film di ribellione, gli eroi solitari e i duelli al rallentatore tra le montagne troverà pane per i suoi denti. Chi cerca introspezione e rigore storico, forse meno.

Il nostro voto

★★★☆☆ 3 su 5
Uno spettacolo medievale godibile, visivamente curato e ricco d’azione. Non perfetto, ma con cuore e identità.