La nuova serie Matlock reinterpreta il classico degli anni ’80 con Kathy Bates nei panni di Madeline “Matty” Kingston, una ritirata avvocatessa che torna in campo sotto copertura come vedova. Assunta in uno studio prestigioso di New York, punta a smascherare una possibile connessione tra il suo lavoro e la morte per overdose della figlia. Procedurale e personale si fondono in un mix intrigante, nato dalla creatività di Jennie Snyder Urman (creatrice di Jane the Virgin).
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Due stagioni dense di tensione e dinamiche contrastanti
Stagione 1 (6 episodi): mette subito in primo piano la relazione tesa tra Maggie e Negan. Costretti a collaborare, emergono i temi della colpa, del perdono e della convivenza in un mondo ribaltato. L’ambientazione urbana e i pericoli metropolitani cambiano le carte in tavola rispetto ai boschi originali. Ci sono momenti spettacolari di adrenalinica azione in città, ma qualche passo narrativo è prevedibile o esasperato.
Stagione 2 (8 episodi): amplia il puzzle narrativo introducendo la New Babylon Federation e il gruppo violento dei Burazi. Emergono nuovi personaggi come la Dama e l’evoluzione di Hershel adolescente su uno sfondo di potere e sopravvivenza. A sorpresa, la critica la considera più interessante e coerente rispetto alla prima.
Cast e interpretazioni: la forza degli ex nemici
Lauren Cohan e Jeffrey Dean Morgan sono il centro emotivo e narrativo, con un’alchimia che oscilla tra rancore, nostalgia e collaborazione – continua a coinvolgere. Negan rimane carismatico e imprevedibile; Maggie è tormentata ma determinata. Gaius Charles incarna Perlie Armstrong, marshall dalla coscienza ambigua, e Željko Ivanek costruisce un Croato convincente. La sua comparsa – anche se a tratti frettolosa – spinge la tensione.
Punti di forza
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Maggie & Negan: dinamica complessa, focus emotivo e tensione non banale
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Ambientazione urbana: la Manhattan post-apocalittica porta freschezza nella saga
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Stagione 2 migliorata: ritmo più solido, conflitti ideologici e personaggi in evoluzione
Criticità da segnalare
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Trama prevedibile: alcune svolte narrative risultano scontate o poco originali
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Worldbuilding limitato: alcune fazioni (New Babylon) e contesti non ricevono lo spazio necessario
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Effetti e zombie zoppicanti: CGI poco convincenti e zombie meno minacciosi
Bilancio finale
Dead City resta dipendente dall’amore per i suoi protagonisti e dal fascino dell’ambiente urbano, più che da una trama originale. Se la prima stagione paga pegno a una certa prevedibilità, la seconda riscatta con archi narrativi più compatti e incisivi. È un prodotto perfetto per i fan nostalgici, meno per chi cerca novità tematiche o horror puro.
Il nostro voto
★★★☆☆ 3,5 su 5
Solido spin‑off con interpretazioni centrali di alto livello e un setting sorprendente; da vedere per gli appassionati e per chi apprezza la tensione urbana, ma con riserva per chi cerca innovazione narrativa.
Pro & Contro
✅ Aspetti positivi | ❌ Aspetti negativi |
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Maggie–Negan: tensione, emozione e crescita | Trama a volte prevedibile e convenzionale |
Ambientazione post-apocalittica nel cuore di Manhattan | Worldbuilding superficiale in alcune fazioni |
Stagione 2 più compatta e avvincente | Effetti visivi e zombie poco impressionanti |