Death of a Unicorn racconta la storia di Elliot e sua figlia Ridley che, durante un tragitto verso una tenuta isolata, investono accidentalmente un unicorno. L’enigmatica creatura rivela proprietà curative sorprendenti, attirando l’avidità di una potente famiglia della Big Pharma. Il film evolve da commedia surreale a una rabbiosa vendetta soprannaturale, con scioccanti creature che emergono dalla foresta per recuperare ciò che viene loro sottratto.
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Commedia inaspettata, terrore incalzante
La pellicola unisce humour nero, gore stilizzato e un’estetica da creature film anni ’70: la comicità esplode nei dialoghi tra Ridley (Jenna Ortega) e Shepard (Will Poulter), figlio ricco e arrogante, mentre le scene horror emergono con sequenze splatter vibranti. I tentativi di satira sociale perdono però colpi quando la narrativa diventa troppo caotica e visivamente disomogenea.
Cast e dinamiche familiari
Jenna Ortega domina come adolescente ironica e moralmente consapevole. Paul Rudd fornisce il supporto quasi goffo del padre alle prese con debiti emotivi e ambizioni deluse. Caratterizzazione forte a parte, è Will Poulter, con la sua interpretazione del figlio dei Leopold, a rubare la scena grazie a una combinazione di comicità fisica e cinismo. Gli altri protagonisti, tra cui Richard E. Grant e Téa Leoni, appaiono efficaci ma scarsamente sviluppati.
Estetica & Ambizione
La regia di Alex Scharfman tenta un mix di toni visivi: ambientazioni naturali in Alaska, effetti gore fantasiosi e creature lucenti CGI. Purtroppo, l’equilibrio tra grottesco e poetico è fragile: alcune scene paiono riprese da B-movie involontari, mentre la CGI non garantisce mai piena verosimiglianza.
Cosa funziona
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Premessa originale e provocatoria: un unicorno come simbolo di potere e connessione familiare.
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Voce adolescenziale centrale: Ridley è cuore morale della narrazione.
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Humor nero e spunti splatter: momenti meta e colorati portati avanti da un cast capace.
Dove inciampa
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Tono narrativo altalenante: passa da satira nera a horror senza struttura coerente.
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Satira debole: la critica alla tecnologia e alla ricchezza appare superficiale e poco incisiva.
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Effect visivi altalenanti: CGI rare volte convincenti; i mostri non incutono mai vero terrore.
Bilancio finale
Death of a Unicorn è un tentativo ambizioso: mescola letteratura fantasy, horror gore e commedia satirica, ma non sempre il risultato è all’altezza della sua promessa. Potrebbe piacere agli amanti del cinema weird e indie, meno a chi cerca una satira sociale incisiva o una storia omogenea.
Il nostro voto
★★★☆☆ 3 su 5
Un esperimento campy con momenti di brillantezza stilistica e interpretativa, ma rallenta e confonde quando tenta di dire qualcosa di profondo.
✅ Pro & Contro
✅ Aspetti positivi | ❌ Aspetti negativi |
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Premessa originale e darkly ironica | Tono narrativo non sempre coerente |
Jenna Ortega in un ruolo centrale convincente | Satira sociale poco approfondita |
Momenti gore & creature horror con energia visiva | Effetti speciali forzati e poco realistici |