Ci sono film che non invecchiano mai, e Il miglio verde è uno di questi. Diretto da Frank Darabont nel 1999 e tratto dal romanzo di Stephen King, racconta la vita nel braccio della morte del penitenziario di Cold Mountain negli anni ’30. Un luogo in cui si consumano esecuzioni, silenzi e disperazioni, ma dove improvvisamente irrompe qualcosa di sovrannaturale.
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Il protagonista è Paul Edgecomb (Tom Hanks), capo delle guardie, che insieme ai suoi colleghi gestisce i detenuti destinati alla sedia elettrica. La sua vita cambia quando arriva John Coffey (Michael Clarke Duncan), un gigante accusato di aver ucciso due bambine. Coffey si rivela presto un uomo mite e straordinariamente dotato di un dono soprannaturale: la capacità di guarire, assorbendo il dolore altrui.
La storia si dipana tra la brutalità della prigione, le ingiustizie del sistema giudiziario e la scoperta che non sempre la verità è quella che appare. Ci sono momenti strazianti, ma anche piccoli lampi di luce: un topolino addestrato che diventa simbolo di speranza, gesti di umanità che resistono anche davanti all’orrore.
Emozioni e temi
Il miglio verde non è solo un dramma carcerario. È un racconto sulla condanna a morte come istituzione, sull’abuso di potere, sulla misericordia e sull’impossibilità di accettare il destino quando è ingiusto. Ma è anche un film sul mistero della vita, sul miracolo che si manifesta dove meno ce lo aspettiamo.
Darabont costruisce il racconto con lentezza e rispetto, lasciando spazio ai silenzi, alle espressioni, agli sguardi. La fotografia calda e soffocante della prigione contrasta con i momenti di “miracolo”, che sembrano sospendere il tempo.
La performance di Duncan è indimenticabile: la sua fragilità nascosta in un corpo imponente trasforma John Coffey in una figura quasi biblica, capace di incarnare innocenza e sacrificio.
Pro & Contro
✔️ Pro | ❗ Contro |
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Interpretazioni magistrali (Hanks e Duncan su tutti) | Durata molto lunga (oltre 3 ore) che può scoraggiare |
Temi profondi: giustizia, fede, umanità | Alcuni passaggi narrativi volutamente lenti |
Equilibrio tra dramma realistico e soprannaturale | Non adatto a chi cerca un ritmo serrato |
Regia attenta, capace di emozionare senza forzature |
Valutazione: ★★★★★ (5/5)
Impressione finale
Il miglio verde è un film che ti resta dentro, un’opera che mescola dolore e bellezza, violenza e compassione. Non è solo la storia di una prigione, ma una riflessione universale sulla vita, sulla morte e sulla speranza. Un capolavoro che continua a commuovere e a interrogare, a più di vent’anni dalla sua uscita.