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Vicious – I tre doni del male: un patto col buio

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

La notte entra in casa senza bussare. È quel momento — silenzioso e improvviso — in cui una scatola appare, una donna arriva, e la realtà comincia a sgretolarsi. In Vicious – I tre doni del male, la protagonista Polly accetta un accordo: offrire qualcosa che odia, qualcosa di cui ha bisogno e qualcosa che ama, entro il tempo che scorre in una clessidra maledetta. Se fallisce, la morte attende.

Disponibile per lo streaming in alta definizione 4K

Questa sfida crudele diventa il motore di un viaggio nell’oscurità interiore, dove i fantasmi del passato si rivelano più letali degli spettri esterni. Le regole del patto tremano al confronto con i ricordi, le colpe e le necessità che Polly cerca di sopprimere. Ogni scelta rivela ferite nascoste, e ogni rifiuto serrato sembra un passo verso l’abisso.

Dakota Fanning dà corpo a una figura tormentata: non soltanto vittima, ma combattente contro i suoi incubi, obbligata a guardare ciò che reprime da anni. La regia di Bryan Bertino ruba spazio alla logica: la casa diventa un labirinto di echi, voci, rumori che non sai riconoscere come reali o immaginati. Le sequenze sono costruite con tensione crescente, ma l’effetto è più che visivo: è psicologico, viscerale.

Tuttavia, Vicious mostra anche imperfezioni. Alcuni momenti faticano a mantenere il ritmo, simboli troppo allargati si appoggiano su metafore non sempre lucidissime, e quando si alza il sipario sull’orrore, la conclusione perde parte della tensione accumulata. È come se il film avesse il coraggio di entrare nella ferita, ma esitasse nel lasciare che il sangue parlasse fino in fondo.

Nonostante queste cadute, ciò che resta è forte: un’esperienza che non urla con mostri, ma sussurra con le proprie paure. Vicious è un film che diventa tuo quando il buio chiude la porta e ti costringe a scegliere cosa sei disposto a perdere per restare vivo.


✅ Pro & ❌ Contro

✔️ Punti di forza ❗ Limiti
Atmosfera claustrofobica e disturbante Alcune sequenze rallentano il ritmo
Protagonista con vulnerabilità e forza Simboli e metafore a volte troppo espliciti
Tensione crescente senza orrore gratuito Il finale lascia interrogativi più che risposte
Elemento psicologico dominante, non solo visivo Alcuni personaggi secondari rimangono poco caratterizzati

Valutazione: ★★★★☆ (4/5)