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007 – No Time to Die: l’ultima corsa di James Bond

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

Con No Time to Die, il regista Cary Joji Fukunaga consegna al pubblico la chiusura di un ciclo lungo quindici anni. Daniel Craig, dopo Casino Royale, Quantum of Solace, Skyfall e Spectre, torna nei panni di James Bond per l’ultima volta. Tuttavia, non è più il freddo agente segreto che conoscevamo. È un uomo ferito, stanco, eppure ancora capace di combattere con eleganza e disperazione.

Disponibile per lo streaming in alta definizione 4K

Dopo aver abbandonato l’MI6, Bond vive un’esistenza solitaria in Giamaica. La pace, però, dura poco: il suo vecchio amico Felix Leiter (Jeffrey Wright) lo convince a tornare in azione per salvare uno scienziato rapito. La missione lo porterà a scontrarsi con un nuovo nemico, Lyutsifer Safin (Rami Malek), e a riaprire una ferita mai chiusa: Madeleine Swann (Léa Seydoux).

La trama è complessa e intrecciata, ma ciò che davvero colpisce è il tono malinconico del film. Per la prima volta, Bond non è solo un’icona, ma un uomo che affronta il peso delle proprie scelte.


Tra azione e sentimento

Le scene d’azione di No Time to Die sono realizzate con precisione millimetrica. In effetti, Fukunaga bilancia esplosioni e introspezione con una regia elegante e dinamica. Dalla corsa tra i vicoli di Matera alle sparatorie in Norvegia, ogni sequenza è costruita per lasciare il segno.

Tuttavia, la forza del film non è solo nella spettacolarità. È nella fragilità. Craig porta sullo schermo un Bond più umano che mai, capace di piangere, amare e sacrificarsi. La relazione con Madeleine è il cuore emotivo della storia, un legame che resiste al tempo e al pericolo.

Inoltre, la colonna sonora di Hans Zimmer – con il tema “No Time to Die” di Billie Eilish – accompagna ogni momento con una malinconia struggente. Non c’è spazio per l’ironia classica dei vecchi 007: qui domina la nostalgia, il peso del tempo, la consapevolezza che ogni eroe è destinato a cadere.


Il coraggio di chiudere un’epoca

Pochi franchise osano fare ciò che No Time to Die fa: dare una conclusione definitiva al proprio protagonista. Il film non si limita a rinnovare il mito, lo trasforma. Inoltre, mostra un Bond che sa lasciare andare, che capisce di non poter essere eterno. È una scelta narrativa audace, che divide, ma anche eleva la saga.

Alcuni spettatori hanno criticato la lunghezza e il tono più introspettivo, ma il risultato resta coerente: un epilogo degno, emotivo, che celebra e insieme smonta il mito dell’agente perfetto. Dopo quasi sessant’anni, Bond diventa finalmente umano.


🍸 Pro & Contro

✔️ Punti di forza ❗ Debolezze
Finale potente e coraggioso Durata eccessiva (oltre 160 minuti)
Regia elegante e fotografia d’autore Alcune sottotrame potevano essere più incisive
Colonna sonora evocativa e coerente Villain non sempre all’altezza della tensione
Daniel Craig in stato di grazia Rischio di eccessiva malinconia per parte del pubblico

Valutazione: ★★★★☆ (4.5/5)


Curiosità

  • Daniel Craig è il primo Bond della storia a ricevere una vera conclusione narrativa.

  • Le scene di Matera sono tra le più spettacolari mai girate in Italia per un film d’azione.

  • Il tema “No Time to Die” di Billie Eilish ha vinto l’Oscar 2022 come miglior canzone originale.

  • Le riprese si sono interrotte più volte a causa della pandemia e di un infortunio di Craig.