Non è solo un reality. È un fenomeno culturale, un manuale di marketing e un test psicologico collettivo.
The Kardashians – evoluzione del precedente Keeping Up with the Kardashians – racconta la quotidianità del clan più esposto (e più strategico) del pianeta, capace di trasformare ogni relazione, gravidanza o litigio in contenuto globale.
A vent’anni dal debutto della prima serie, le Kardashian-Jenner non raccontano più “la vita com’è”, ma “come la vita può essere monetizzata”. E il bello (o l’inquietante) è che noi continuiamo a guardarle
Disponibile in streaming su Altadefinizione.
La trama, o meglio: il copione della realtà
In questa nuova incarnazione, prodotta da Hulu e distribuita in Italia su Disney+, la serie segue ancora Kim, Kourtney, Khloé, Kendall, Kylie e la matriarca Kris Jenner tra Los Angeles, Parigi, Milano e i jet privati che collegano tutto.
Ogni episodio mescola confessionali, momenti di business e crisi esistenziali di lusso: una sfilata cancellata, una separazione discussa, una causa milionaria, una gravidanza social.
Ma The Kardashians non è solo gossip di lusso. È la costruzione consapevole di un impero: ogni scena è anche un annuncio pubblicitario, ogni parola una strategia.
Perché continua a funzionare
La formula è la stessa, ma il contesto è cambiato: in un’epoca in cui la trasparenza è tutto, le Kardashian hanno capito che il controllo è la vera autenticità.
Ogni inquadratura sembra casuale, ma è perfettamente illuminata; ogni lacrima è reale, ma arriva nel momento giusto.
Il risultato è una forma di televisione ibrida, dove il pubblico non crede a tutto, ma vuole comunque vedere come lo fanno.
E il cast?
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Kim Kardashian resta il baricentro: manager, madre, icona.
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Kourtney porta il caos zen con il suo stile più indie.
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Khloé è l’anima autocritica, la più umana e la più consapevole del gioco.
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Kylie e Kendall incarnano la nuova generazione del brand: la prima punta su beauty e maternità, la seconda sull’immagine e il fashion globale.
E poi c’è Kris, la regista occulta di tutto, che continua a essere più lucida di qualunque CEO della Silicon Valley.
Il senso (e il limite) del fenomeno
| ✅ Cosa convince | ❌ Cosa stanca |
|---|---|
| Produzione impeccabile: estetica, ritmo e stile sono da cinema. | Ripetitività: crisi, riconciliazioni, nuovi progetti… il ciclo si ripete. |
| Sincerità costruita: sanno di essere finzione e giocano su questo. | Mancanza di rischio narrativo: nulla cambia davvero. |
| Kim e Kris come studiate icone del self-branding. | I momenti emotivi sembrano sempre filtrati dalla performance. |
| Perfetta analisi del rapporto tra fama e controllo. | È più “brand documentary” che reality, e a volte lo si sente troppo. |
Voto finale
7,5 / 10
The Kardashians è la prova definitiva che il reality moderno non ha più bisogno di realtà, ma di narrativa. È una serie sul potere, sull’immagine e sulla capacità di restare rilevanti quando tutti vogliono vederti cadere.
È, in fondo, un dramma familiare mascherato da pubblicità.
E se ogni stagione sembra uguale, è solo perché il format è la loro vita stessa.
In sintesi
Guardare The Kardashians oggi significa osservare come funziona la celebrità nell’era post-social.
Non è solo intrattenimento: è un laboratorio mediatico, un business case, e forse anche uno specchio – ironico e disturbante – della nostra ossessione per la visibilità