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All’s Fair (Stagione 1) — Quando il “gioco” del successo ha troppe regole non scritte

La nuova serie ideata da Ryan Murphy, grazie al coinvolgimento di star come Kim Kardashian, Naomi Watts e Glenn Close, aveva tutte le carte in regola per essere il dramma legale dell’anno.
Eppure, fin dalle prime puntate, All’s Fair mostra una discreta distanza tra l’ambizione del progetto e l’efficacia dell’esecuzione.

Disponibile in streaming su Altadefinizione.

Quando tre avvocatesse decidono di lasciare lo studio legale dominato dagli uomini per aprirne uno tutto al femminile a Los Angeles, pensano di scardinare il sistema. Studio, casi milionari di divorzi, segreti delle famiglie più influenti e alleanze che cambiano in un battito.
Ma il potere corrompe, le relazioni si sgretolano, e la serie si trova a domandarsi se cambiare le regole significhi davvero “giocare con un mazzo pulito”.


Temi principali

  • Potere e ambizione femminile: donne che vogliono non solo partecipare, ma guidare.

  • Lusso e realtà: quando le scarpe costose e le ville firmate non bastano a mascherare vuoti interiori.

  • Lealtà e tradimento: tra socie, clienti e nemici, fidarsi è un lusso.

  • Legge e moralità: il diritto di divorziare si intreccia con i limiti dell’etica e le manipolazioni del desiderio.


Produzione, cast e stile

Il cast è di primo livello: Kim Kardashian (Allura Grant), Naomi Watts (Liberty Ronson), Niecy Nash-Betts (Emerald Greene), Teyana Taylor, Sarah Paulson (Carrington Lane) e Glenn Close (Dina Standish) sono protagonisti e produttori.Wikipedia+2Cosmopolitan+2
Lo stile visivo non manca di richiamo al glamour: abiti, uffici lussuosi, ville a Los Angeles che sembrano set di riviste. Ma questo stesso smalto rischia di diventare un velo sottile che nasconde carenze narrative.


Cosa funziona & cosa lascia perplessi

Punti di forza Limiti
Cast stellare e presenza scenica notevole. Sceneggiatura debole: molti dialoghi appare forzati o poco credibili.Rotten Tomatoes+2Screen Rant+2
Ambientazione visiva forte: lussuosa, scintillante, perfetta per un drama su potere e successo. Personaggi spesso superficialmente sviluppati, motivazioni poco approfondite.
Tema potenzialmente interessante: donne che prendono il comando in un campo tradizionalmente maschile. Le critiche sono pesanti: molti recensori parlano di “questa potrebbe essere la peggiore serie TV del 2025”.The Times+1
Produzione di alto livello (regia, casting, design) che promette molto. Il tono appare altalenante: glamour vs dramma reale non sempre bilanciati in modo convincente.

Voto finale

5,5 / 10
All’s Fair è un progetto ambizioso con ottime potenzialità, ma la prima impressione è che non abbia ancora trovato la sua direzione piena.
Se ami le storie di potere, glamour e studi legali, potrebbe comunque offrirti intrattenimento visivo decente.
Ma se vuoi una serie solida, ben scritta e con personaggi memorabili, forse questa non è (ancora) quella giusta.

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