Quando pensi all’America del tardo XIX secolo, forse immagini saloon, frontiere, elezioni rocambolesche. Ma Death by Lightning vuole portarti dentro l’unico momento in cui tutto è andato in frantumi: il breve mandato del ventesimo presidente degli Stati Uniti, James A. Garfield, la sua ascesa, il colpo, la lenta agonia… e la smorfia della storia che ride dietro.
La miniserie creata da Mike Makowsky per Netflix non è un biopic convenzionale: è un thriller politico con radici profonde nell’identità nazionale, nell’ossessione e nella follia.
James Garfield (interpretato da Michael Shannon) vive una carriera rapida: da contadino all’università, dall’Ohio al Congresso, fino alla Presidenza. Un patriota, un idealista, ma anche un uomo sveglio in un sistema marcio. Accanto a lui, la first lady Lucretia (Betty Gilpin) che tiene la famiglia al centro mentre il mondo scivola.
Poi c’è Charles Guiteau (Matthew Macfadyen): personaggio minore, fallito, ossessionato dal potere che non gli è stato concesso. Lui vuole un posto nell’orbita del potere, e quando lo rifiutano decide di prenderlo… con un proiettile.
Nel frattempo, dietro le quinte si agitano senatori corrotti, medici incompetenti, un vicepresidente (Nick Offerman) che ride ma sa – e la macchina dello Stato che procede, anche quando esplode.
In quattro episodi la serie racconta l’ascesa, l’assassinio, la malattia e la caduta, ma soprattutto punta sul perché e sul chi ha perso davvero. Non tanto “chi ha sparato”, ma “che cosa è stato ucciso”.
Temi principali
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Ambizione dolente: Garfield voleva servire, non dominare. Guiteau voleva dominare perché teme di essere invisibile.
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Il potere del fallimento: chi rifiuta di rinunciare, anche sapendo di essere perdente, a volte scrive la storia con sangue.
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La verità non basta: un colpo, un’infezione, una nazione che non capisce… la verità viene dopo.
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Sistema vs idealismo: la politica è un teatro di compromessi, e il teatro può uccidere.
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Storia dimenticata / attualità sottile: la miniserie non è solo su Garfield, è su cosa succede quando un “piccolo uomo” decide di fare una “grande cosa”.
Produzione, cast e stile
Il cast è potente: Michael Shannon nel ruolo di Garfield, Matthew Macfadyen come Guiteau, Nick Offerman nel ruolo del vice Chester Arthur, Betty Gilpin come Lucretia Garfield e altri nomi solidi.
Regia e ambientazione lavorano con cura: si respira la fine del secolo XIX, ma senza trasformarlo in antiquariato. La fotografia è elegante e cupa, la scrittura serrata, i dialoghi raffinati ma taglienti.
La miniserie conta quattro episodi: pochi per contenere un mondo, ma sufficienti per lasciare una traccia forte. Stilisticamente, è una miscela di dramma storico e thriller psicologico.
Cosa funziona & cosa lascia perplessi
| ✅ Punti di forza | ❌ Limiti |
|---|---|
| Matthew Macfadyen nella parte dell’ossessivo Guiteau è magnetico: fa tremare lo schermo. | Il tempo è poco: quattro episodi costringono a compressioni narrative che a volte si fanno sentire. |
| Trama che unisce storia, politica e riflessione morale: raro e potente nel panorama TV. | Personaggi femminili e alcune figure di contorno restano meno definite e sfruttate. |
| Ambientazione storica credibile, produzione di qualità elevata. | Se cerchi ritmo serrato e azione continua, qui trovi più tensione silenziosa che esplosioni. |
| Tema centrale forte: il fallimento come motore della storia. | Alcune transizioni narrative risultano accelerate: vogliono coprire troppo in poco spazio. |
Voto finale
8,3 / 10
Death by Lightning è una miniserie che sorprende per profondità e ambizione. Non è perfetta — richiede attenzione, non è “solo intrattenimento leggero”. Ma ciò che offre è significativo: un pezzo di storia che diventa specchio del presente.
Se ami i drama politici, le storie che fanno pensare e non solo guardare, questa è una tappa obbligata