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La mano sulla culla (2025) – il remake psicologico che riporta l’incubo in famiglia

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

Il remake 2025 de La mano sulla culla riporta in scena uno dei thriller psicologici più inquietanti degli anni ’90, aggiornandolo a un presente fatto di fragilità familiari, pressioni sociali e dinamiche di fiducia sempre più complesse.
La storia, pur rimanendo fedele alla struttura del film originale, introduce nuovi elementi, nuove tensioni e una villain più sfaccettata, moderna e disturbante.

Il risultato? Un thriller che sa come creare ansia, anche se non sempre raggiunge la stessa perfezione gelida del film originale.

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Trama e tematiche

La storia segue Claire e Stephen, una giovane coppia che assume una tata per aiutarli dopo la nascita del loro secondo figlio. La nuova arrivata, Rebecca, appare inizialmente perfetta: calma, professionale, affettuosa.
Ma presto emergono segnali inquietanti: un controllo eccessivo sul bambino, un legame morboso con la casa, manipolazioni sottili, isolamento psicologico ai danni della madre.

Il film esplora:

  • il trauma della maternità moderna, tra aspettative e senso di inadeguatezza;

  • la vulnerabilità delle famiglie giovani, spesso senza reti di supporto;

  • la figura della “perfetta sconosciuta”, che entra nelle case e nella fiducia altrui;

  • la vendetta come forza devastante;

  • la gaslighting e la manipolazione emotiva.

È una storia che parla di potere, controllo e identità.


Cosa funziona

  • La nuova Rebecca è eccezionale: interpretazione glaciale, affascinante e ambigua.

  • Regia più moderna e claustrofobica: la casa diventa una trappola, piena di ombre e segnali nascosti.

  • Tensione costante: il film costruisce molto sui dettagli e sui silenzi, evitando jump scare gratuiti.

  • Aggiornamento tematico efficace: social pressure, maternità “instagrammabile”, burnout — tutti elementi ben integrati.


Cosa convince meno

  • Il confronto con l’originale pesa: per chi conosce il cult, alcuni momenti sembrano meno incisivi.

  • Finale un po’ prevedibile: nonostante il tono moderno, la conclusione segue schemi classici.

  • Personaggio del marito piatto: poco più che una funzione narrativa, senza reale sviluppo.

  • Alcune dinamiche accelerate: certi momenti di escalation psicologica avrebbero meritato più spazio.


Valutazione finale

La mano sulla culla (2025) è un remake che funziona: teso, elegante, disturbante il giusto.
Non supera l’originale, ma lo rilegge con competenza, attualità e una villain che vale da sola la visione.
Perfetto per chi ama i thriller domestici e le storie di manipolazione psicologica.

Voto: 7 / 10


Pro e Contro

Pro Contro
Villain magnetica e inquietante Finale prevedibile
Tensione psicologica costante Confronto ingombrante col cult anni ’90
Ottima regia claustrofobica Alcuni personaggi secondari poco curati
Temi aggiornati alla società moderna Alcune accelerazioni narrative

Curiosità

  • Il remake punta molto sulla dimensione psicologica, riducendo l’aspetto “thriller fisico” del film originale.

  • Molte scene sono girate con ottiche strette e piani ravvicinati per aumentare la sensazione di soffocamento.

  • La figura della tata è stata riscritta per rappresentare una forma di manipolazione molto più attuale: quella emotiva e digitale.

  • Il film gioca molto sul contrasto tra “immagine pubblica perfetta” e mostruosità privata.