“Train Dreams” è un film che non punta sullo spettacolo, ma sulla profondità silenziosa. Diretto da Clint Bentley e basato sull’omonima novella di Denis Johnson, racconta la vita ordinaria — eppure grandiosa — di Robert Grainier (interpretato da Joel Edgerton), un boscaiolo e operaio delle linee ferroviarie nel primo Novecento americano.
Da orfano errante a uomo che vede sparire la sua famiglia, la sua casa e la natura stessa, Robert attraversa decenni di cambiamenti che non chiedono permesso. Il film è una meditazione sulla perdita, sull’identità e su un mondo che non aspetta.
Non troverete corse frenetiche o dialoghi urlati. Troverete invece alberi che cadono, treni che fischiano al tramonto, sguardi che valgono più di mille parole e un uomo che fa i conti con quel che resta.
È un film che richiede calma, attenzione e spazio per respirare — ma ripaga.
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Trama e tematiche
Robert Grainier cresce negli anni dieci nel nord-ovest americano, lavora tra foreste immense e ferrovie in costruzione. Spesso lontano da casa, testimone di tragedie e sfruttamento, si innamora, costruisce una famiglia, sperimenta la perdita.
La narrazione si sviluppa in modo frammentato, come i ricordi che si insinuano senza ordine: un licenziamento, un incendio, un ritorno a casa che non è più la stessa.
Temi principali:
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il prezzo del progresso e la natura che soccombe;
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la solitudine dell’uomo che lavora la terra e vede il mondo cambiare;
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la memoria, come custode e come tortura;
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la famiglia e la perdita, in un contesto di “essere invisibili” agli occhi della Storia;
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il tempo che avanza, inevitabile.
Cosa funziona
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Joel Edgerton in una prova intensa e contenuta: pochi gesti, pochi dialoghi, un volto che racconta più di mille scene.
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Ambientazione magnifica e fotografia immersiva: le foreste, il treno, la polvere, il silenzio — tutto trasuda autenticità.
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Tono meditativo e coraggioso: non convenzionale, non “urlato”, ma precisamente calibrato.
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Tematica profonda e poco comune: non il solito eroe, ma un uomo qualunque che vive l’ordinarietà e la straordinarietà insieme.
Cosa convince meno
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Ritmo lento e dilatato: per chi cerca azione o colpi di scena costanti, questo può essere un freno.
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Struttura frammentata: la narrazione non è lineare e alcuni salti temporali possono disorientare.
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Meno personaggi familiari o “popolari”: non c’è la resa spettacolare del grande evento, è la vita che sfuma — e non tutti lo apprezzano.
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Tono cupo e riflessivo: non è un film “leggero”, quindi va visto con la giusta predisposizione.
Valutazione finale
Train Dreams è un film che resta, che tende all’essenziale e riesce a rendere epica una vita che sembra normale.
Se siete pronti a seguirlo, vi troverete davanti a una piccola gemma: visivamente potente, emotivamente sincera.
Non è per tutti, ma per chi ha occhi per il silenzio e cuore per la storia, è uno di quei titoli da non perdere.
Voto: 8 / 10
Pro e Contro
| Pro | Contro |
|---|---|
| Interpretazione misurata e profonda di Edgerton | Ritmo dilatato e poco “commerciale” |
| Ambientazione visivamente straordinaria | Struttura narrativa frammentata |
| Temi significativi trattati con delicatezza | Non adatto a chi cerca intrattenimento puro e scorrevole |
| Una vita “piccola” raccontata come epopea intimista | Personaggi secondari poco caratterizzati |
Curiosità
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Il film è tratto da una novella premiata di Denis Johnson, e lo stile visivo è stato spesso paragonato al cinema di Terrence Malick per le sue inquadrature, silenzi e natura protagonista.
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Le riprese sono state girate in gran parte nella zona del nord-ovest americano, per catturare paesaggi autentici e clima reale, contribuendo all’atmosfera immersiva.
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Il titolo “Train Dreams” richiama l’idea del viaggio per ferrovia, ma anche dei sogni – dormiti, infranti o semplicemente vissuti – che attraversano una vita intera.
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La voce narrante guida lo spettatore come se fosse un testimone del tempo che passa, rendendo la pellicola più un ricordo filmato che un thriller convenzionale.