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Muori di lei – Scamarcio in un ruolo oscuro: fin dove può spingersi l’amore?

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Roma, primi giorni di lockdown. Le strade sono vuote, il tempo è sospeso, la casa diventa l’unico orizzonte possibile.
Dentro quell’appartamento ci vive Luca (Riccardo Scamarcio), professore di filosofia quarantenne, in crisi silenziosa. Con lui c’è Sara (Maria Chiara Giannetta), medico sempre di corsa in ospedale, stremata dall’emergenza sanitaria e quasi mai a casa.

Nel palazzo di fronte arriva una nuova inquilina: Amanda (Mariela Garriga), ragazza cubana bella, libera, magnetica.
Luca comincia a spiarla dalla finestra. All’inizio è curiosità, poi diventa fissazione, poi desiderio. E da lì in avanti il film imbocca la strada del thriller, con una spirale di bugie, senso di colpa e violenza che non ha più niente di romantico.

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Cast principale

  • Riccardo Scamarcio è Luca, professore dimesso, pieno di frustrazioni e complessi d’inferiorità.

  • Mariela Garriga è Amanda, la vicina di casa che incarna desiderio, fuga, rischio.

  • Maria Chiara Giannetta è Sara, moglie di Luca, medico in prima linea che senza volerlo lo lascia solo con le sue ossessioni.

  • Paolo Pierobon è Antonello, suocero ingombrante, simbolo di un certo potere maschile e sociale.

  • Giulio Beranek è Cosimo, una presenza laterale ma importante nella tensione che cresce intorno a Luca.


Di cosa parla davvero

Sulla superficie è una storia di tradimento durante il Covid:
Luca, lasciato solo, si invaghisce della vicina e inizia con lei una relazione pericolosa, mentre la moglie combatte in corsia.

Sotto, però, Muori di lei è:

  • un film su mascolinità fragile: Luca si sente meno di tutti – del padre morto da eroe, della moglie che salva vite, del suocero ricco e dominante;

  • un film su desiderio e ossessione: Amanda non è solo “la tentazione”, è lo specchio di tutto ciò che Luca pensa di non poter mai essere;

  • un film sul lockdown come detonatore: le quattro mura amplificano paranoia, frustrazioni, fantasie.

Quando il tono vira dal quasi-romantico al thriller vero, il film entra nella sua parte migliore: il confine tra vittima e carnefice si fa più sfumato, e la storia diventa un gioco sporco di manipolazioni e colpe.


Cosa funziona

  • Scamarcio centrato: il suo Luca è meschino, debole, spesso irritante, ma proprio per questo credibile.

  • Mariela Garriga magnetica: Amanda è costruita come sogno proibito e minaccia, e lei le dà carnalità e ambiguità.

  • Giannetta convincente: Sara non è solo “la moglie tradita”, ma una donna in trincea che ritrova la propria forza.

  • Uso intelligente del lockdown: invece di essere solo sfondo, è una gabbia che schiaccia tutti.

  • Passaggio da commedia sentimentale a thriller: il cambio di tono è netto e ben gestito, soprattutto nel secondo atto.


Dove zoppica

  • Qualche dialogo spiegato troppo: a volte i personaggi dicono in faccia allo spettatore quello che potremmo capire da soli.

  • Terzo atto un po’ carico: tra colpi di scena, rivelazioni e svolte giudiziarie, il finale accumula molto e perde un po’ di eleganza.

  • Personaggi secondari sacrificati: figure come Antonello (Paolo Pierobon) avrebbero meritato più spazio, perché incarnano bene certi poteri e squilibri.

  • Erotismo altalenante: punta al thriller erotico all’italiana, ma non sempre trova la temperatura giusta; a tratti è più trattenuto di quanto vorrebbe.


Valutazione

Muori di lei è un thriller erotico “chiuso in casa” che sfrutta bene l’ansia del lockdown e la meschinità dei suoi personaggi. Non è un capolavoro assoluto, ma è solido, teso, con interpreti in parte e un paio di momenti che restano in testa dopo i titoli di coda.

Se ti piace il cinema italiano che osa un po’ di più col genere, e non hai paura di personaggi poco simpatici, vale la visione.

Voto: 7 / 10


Pro e Contro

Pro Contro
Riccardo Scamarcio credibile come uomo in crisi Terzo atto un po’ troppo carico di colpi di scena
Mariela Garriga magnetica e ambigua Dialoghi a volte troppo esplicativi
Maria Chiara Giannetta dà spessore alla moglie medico Personaggi secondari poco sviluppati
Uso efficace del lockdown come gabbia psicologica L’erotismo non sempre trova il giusto equilibrio
Buon mix tra dramma di coppia e thriller Non rivoluziona il genere, resta “di scuola”