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Blink Twice – Il Debutto di Zoë Kravitz: Provocazione e Ambizione in un Mistery Horror

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“Blink Twice”, disponibile su Altadefinizione, segna il debutto alla regia di Zoë Kravitz. Il film è un mistery horror provocatorio e ambizioso, che punta a sfruttare una struttura collaudata per una sperimentazione a volte squilibrata.

Un Titolo Controverso e un’Intenzione Politica

Il film, inizialmente intitolato “Pussy Island”, ha subito un cambio di titolo per motivi promozionali, ritenuto offensivo da parte di alcuni. Questo cambiamento riflette il desiderio di Kravitz di enfatizzare il senso politico della pellicola, cercando di evitare fraintendimenti e di concentrarsi su un messaggio più diretto e incisivo. Il risultato è un’opera che, pur adottando un format classico di mistery horror, si distingue per la sua audacia e la sua intensità provocatoria.

La Storia: Potere e Illusioni sull’Isola

Il film ruota attorno a Slater King (Channing Tatum), un archetipico uomo di potere, ex abusatore che ha trovato redenzione attraverso un percorso terapeutico e un ritiro su un’isola privata. Frida (Naomi Ackie), una giovane aspirante a una vita migliore, e la sua amica Jess (Alia Shawkat) vengono invitate a una vacanza esclusiva sull’isola, dove si uniscono ad altri ospiti di lusso e al misterioso terapista Rich (Kyle MacLachlan). Tuttavia, l’invito generoso nasconde inquietanti segreti, che culminano in una scomparsa misteriosa.

Una Sperimentazione Audace ma Imperfetta

Zoë Kravitz utilizza una struttura narrativa classica per il suo debutto, ma arricchisce il film con una miscela di elementi che a volte risultano eccessivi. La regia e la scrittura oscillano tra arroganza e coraggio, con tentativi di mischiare vari registri e temi, che portano a una narrazione a volte disordinata e difficile da seguire. Nonostante ciò, ci sono scelte registiche interessanti, come il lavoro sullo sguardo di Naomi Ackie, che conferiscono al film un senso di profondità e riflessione sulla memoria e sulla realtà.

Conclusioni

“Blink Twice” è un debutto alla regia audace e provocatorio di Zoë Kravitz, che affronta temi di critica sociale e relazioni tossiche con una prospettiva femminile. Sebbene il film sia ambizioso e coraggioso nella sua esplorazione tematica, la gestione dell’intreccio e l’eccesso di elementi possono risultare problematici. Tuttavia, il coraggio della regista e la costruzione del percorso tematico meritano riconoscimento.