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Chainsaw Man – La storia di Reze: il film che ti spezza il cuore mentre ti taglia il fiato

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Se conosci Chainsaw Man, sai che Fujimoto non fa mai quello che ti aspetti.
E il film dedicato a Reze non fa eccezione: è un pugno nello stomaco travestito da storia d’amore, un massacro emotivo che alterna violenza, dolcezza, poesia e disperazione con una naturalezza quasi crudele.

L’arco di Reze era già uno dei più amati (e odiati) del manga, e l’adattamento cinematografico riesce a catturarne l’essenza:
la fragilità di Denji, la femminilità ambigua di Reze, la pressione politica degli ibridi, il mondo devastato dalla sola idea del “diavolo bomba”.
Il film non copia tavola per tavola: amplifica, approfondisce, dà respiro a una storia che meritava uno spazio tutto suo.

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Un romanticismo che sa di catastrofe

Denji non è un eroe classico: è un ragazzo che desidera cose semplici, quasi infantili.
Reze entra nella sua vita come un lampo: gentile, giocosa, misteriosa.
E lo spettatore capisce già dal primo sguardo che è troppo bello per durare.

La loro relazione è tenera e devastante:
piscine notturne, formaggi arrosto, sorrisi timidi…
momenti piccoli, lontani dal caos, che rendono ancora più feroce la tragedia che li attende.

Il film gioca su questo contrasto: più Denji si apre, più l’ombra di ciò che Reze è davvero diventa pesante.


Azione da capogiro, brutalità senza filtri

Quando il film accelera, accelera forte.
Le scene d’azione hanno una coreografia quasi “animalesca”:
tagli, esplosioni, arti che volano, muri che si sfondano.
Il combattimento Denji vs Reze è un crescendo di creatività e follia visiva, con un uso della regia che ricorda più un videoclip disturbato che un classico battle shonen.

Tutto è dinamico, sporco, veloce, come se l’animazione stessa non riuscisse a tenere il passo con la violenza dei personaggi.


Dove il film colpisce più duro

La storia di Reze è tragica non perché “succede qualcosa”, ma perché era inevitabile.
Il film non addolcisce nulla:
la manipolazione, il destino, la paura, il conflitto tra ciò che vuoi essere e ciò che ti hanno imposto.

E quando arriva l’ultima scena…
beh, chi conosce il manga sa già che non si esce indenni.


Cosa funziona

  • Un Reze perfetta, carismatica, dolce, spaventosa.

  • Denji più vulnerabile che mai, reso con sfumature emotive molto forti.

  • Animazione fluidissima, specialmente nelle scene d’azione.

  • Atmosfera da tragedia romantica, rara in un film shonen.

  • Colonna sonora impeccabile, capace di far esplodere i momenti emotivi.

  • Ritmo equilibrato: mai noioso, mai affrettato.


Dove inciampa

  • Chi non conosce l’anime o il manga potrebbe trovare la storia troppo rapida, soprattutto nella costruzione del rapporto Denji–Reze.

  • Alcune sequenze iperviolente potrebbero risultare eccessive anche per gli spettatori abituati al genere.

  • Il finale lascia un senso di incompletezza voluta, che non tutti apprezzeranno.

  • L’universo di Chainsaw Man resta volutamente poco spiegato: chi entra qui per la prima volta potrebbe sentirsi spaesato.


Valutazione finale

Chainsaw Man – La storia di Reze è un film che non vuole farti felice.
Vuole farti sentire.
E ci riesce.
È potente, poetico, brutale, emotivamente devastante.
Racconta un amore impossibile in un mondo che non permette scelte.
E lo fa con uno stile visivo che ti resta attaccato addosso.

È una tappa fondamentale dell’universo di Chainsaw Man.
Non perfetta, ma indispensabile.

Voto: 8,7 / 10


Pro e Contro

Pro Contro
Reze incredibilmente ben scritta Finale che lacera (e divide)
Azione esplosiva e coreografata Violenza non per tutti
Ritmo perfetto Chi non conosce la serie rischia di perdersi
Atmosfera romantica e tragica Relazione forse troppo veloce per i nuovi
Impatto emotivo altissimo Tono molto più cupo del previsto

Curiosità

    • Il film approfondisce alcuni dettagli dell’infanzia di Reze, accennati solo nel manga.

    • Per molte scene è stata utilizzata riferimentazione da motion capture per rendere fluidi i combattimenti.

    • Il design di Reze cambia leggermente tra la forma umana e quella ibrida per enfatizzarne la dualità emotiva.

    • La colonna sonora alterna synth malinconici a esplosioni ritmiche per sottolineare il contrasto amore/violenza.