Con House of Cards, Netflix non ha solo lanciato una serie: ha inaugurato un nuovo modo di concepire lo streaming. Nel 2013, la storia dell’ambizioso politico Frank Underwood (Kevin Spacey) e di sua moglie Claire (Robin Wright) ha catturato milioni di spettatori, offrendo un ritratto spietato del potere americano.
La trama segue l’ascesa senza scrupoli della coppia Underwood, disposta a manipolare, tradire e persino eliminare chiunque ostacoli il proprio cammino. È un dramma politico che mostra come la conquista e il mantenimento del potere siano spesso più sporchi e cinici di quanto si possa immaginare.
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Stile e narrazione
Il marchio di fabbrica della serie è il breaking the fourth wall: Frank guarda in camera, parla direttamente allo spettatore, lo rende complice delle sue macchinazioni. Un tocco che amplifica il cinismo e la freddezza del personaggio.
La regia elegante, l’ambientazione tra i corridoi di Washington e la fotografia cupa contribuiscono a creare un’atmosfera claustrofobica, dove tutto è politica e niente è davvero privato.
Interpretazioni
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Kevin Spacey offre una delle sue performance più memorabili, trasformando Frank in un antieroe magnetico e disturbante.
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Robin Wright brilla come Claire: da comprimaria silenziosa a vera protagonista, capace di oscurare persino il marito nelle stagioni finali.
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Il cast di contorno, con personaggi come Doug Stamper (Michael Kelly), contribuisce a rendere credibile la spirale di intrighi.
Pro & Contro
| ✔️ Pro | ❗ Contro |
|---|---|
| Narrazione avvincente e cinica sul potere | Calo di qualità nelle stagioni finali |
| Interpretazioni straordinarie di Spacey e Wright | L’uscita di Spacey ha segnato la serie in modo netto |
| Regia e fotografia di livello cinematografico | Alcuni archi narrativi secondari meno incisivi |
| Tensione costante e momenti memorabili |
Valutazione: ★★★★☆ (4,5/5)
Impressione finale
House of Cards è stata una serie rivoluzionaria per lo streaming e un punto di riferimento per i political drama. Lucida, crudele, affascinante, ci ha mostrato quanto il potere possa corrompere e quanto la sete di controllo possa distruggere tutto. Nonostante un finale compromesso dalle vicende reali e da un calo qualitativo, resta una delle serie più iconiche e influenti degli anni 2010.