Quando è stato annunciato il live action de I Cavalieri dello Zodiaco, i fan di tutto il mondo hanno trattenuto il fiato: avremmo avuto finalmente un adattamento epico oppure l’ennesimo tentativo hollywoodiano di trasformare un mito giapponese in un prodotto generico?
La risposta sta purtroppo nel mezzo, ma più vicina al lato debole dello spettro cosmico.
Il film cerca di reinventare la saga, concentrandosi sulle origini di Seiya e sulla nascita del suo ruolo come Cavaliere di Pegasus.
L’idea poteva funzionare: ripartire da un personaggio, renderlo centrale, raccontare un nuovo inizio.
Peccato che il risultato sia un action movie industriale, con poco cuore, poca mitologia e una comprensione superficiale di ciò che ha reso i Saint Seiya un fenomeno mondiale.
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Trama
Seiya è un giovane combattente di strada che scopre di possedere un potere misterioso, “il cosmo”, e viene trascinato in una guerra tra fazioni che proteggono o vogliono eliminare Lady Sienna, incarnazione della dea Atena.
Tra addestramenti, inseguimenti, armature tecnologiche e predestinazione, il film imbastisce un percorso dell’eroe piuttosto standard e poco ispirato.
Temi presenti, anche se solo accennati:
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Il cosmo come risveglio interiore
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Destino e sacrificio
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Protezione della dea come missione
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Amicizia e lealtà (qui quasi assenti, purtroppo)
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La crescita di Seiya come guerriero
Chi conosce l’anime e il manga nota immediatamente quanto manchi l’essenza emotiva e spirituale della saga originale.
Cosa funziona
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Alcune coreografie nei combattimenti sono ben gestite e dinamiche.
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L’estetica delle armature tenta una fusione tra stile moderno e richiami ai Cloth originali.
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Mackenyu (Seiya) porta presenza scenica e un minimo di intensità al protagonista.
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Il lato action è più solido del lato narrativo.
Cosa convince meno
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Storia impoverita: elimina quasi tutta la mitologia dei Cavalieri.
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Tono troppo occidentale: sembra un cinecomic qualunque, non Saint Seiya.
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Personaggi secondari inesistenti: Shiryu, Hyoga, Shun, Ikki? Non pervenuti.
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Villain poco sviluppati e minaccia generica.
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Armature troppo “Power Rangers” nell’estetica e nel montaggio.
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Pacing disomogeneo: parte lenta, finale affrettato.
Valutazione finale
I Cavalieri dello Zodiaco (2023) non è un disastro totale, ma è lontanissimo da ciò che i fan si aspettavano.
È un film che avrebbe potuto essere epico, ma si accontenta di essere un action fantasy medio, con ambizioni più produttive che artistiche.
Non cattura la spiritualità del cosmo, non esalta il legame tra Cavalieri, non valorizza la mitologia.
Eppure, paradossalmente, ha abbastanza buone intenzioni da farti sperare che un eventuale sequel — se mai dovesse accadere — possa imparare dagli errori.
Voto: 5,5 / 10
Pro e Contro
| Pro | Contro |
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| Buone scene d’azione | Storia semplificata e poco ispirata |
| Mackenyu funziona come Seiya | Mitologia quasi assente |
| Armature con qualche idea interessante | Estetica da cinecomic generico |
| Potenziale per future espansioni | Personaggi iconici ignorati o tagliati |
Curiosità
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Le armature sono più simili a esoscheletri che ai Cloth dell’anime: scelta voluta per un look più “occidentale”.
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Il film avrebbe dovuto essere l’inizio di un universo cinematografico, ma l’esito critico e commerciale ha congelato i piani.
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Solo pochi elementi richiamano davvero l’opera originale, come il simbolismo di Pegasus e l’idea del cosmo.
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Le riprese hanno privilegiato combattimenti ravvicinati e set chiusi per contenere i costi.