Infiltrati alla Casa Bianca, la miniserie HBO in cinque episodi, racconta la genesi del Watergate da un’angolazione poco esplorata: quella dei “plumbers”, ovvero gli uomini incaricati di tappare le perdite politiche. La serie segue E. Howard Hunt (Woody Harrelson) e G. Gordon Liddy (Justin Theroux), figure ambigue che accettano di operare nell’ombra per proteggere la presidenza di Richard Nixon.
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Il progetto è nato da un libro intitolato Integrity, scritto da Egil Krogh, che fu realmente coinvolto in quelle operazioni. White House Plumbers mescola realtà documentata con scelte narrative che aggiungono dramma e ambiguità morale all’evento storico.
Nel corso degli episodi, emergono complotti, tradimenti, rivalità interne e il lato oscuro del potere che fa sì che chi vuole proteggere una presidenza finisca per minare la democrazia stessa.
I volti del potere e dell’ossessione
Woody Harrelson incorpora Hunt con autorità: un uomo convinto che i suoi gesti siano giustificati da un’idea di lealtà. Theroux, nel ruolo di Liddy, è fanatico del dovere, implacabile e ossessionato dal controllo. Accanto a loro, Lena Headey è Dorothy Hunt, moglie scomparsa, che dà corpo al prezzo personale di una lotta politica.
Le dinamiche tra i personaggi sono ben tratteggiate: ogni atto ha conseguenze, ogni parola può incrinare relazioni e lealtà. La serie non è un semplice docudramma: è anche un interrogativo su cosa accade quando uomini potenti credono di essere infallibili.
Tensione, ritmo e qualche inciampo
White House Plumbers mantiene un ritmo solido, alternando sequenze di tensione politica a momenti più intimi e riflessivi. Le ambientazioni degli anni ’70 sono rese con cura — abiti, luci e scenografie restituiscono quell’atmosfera di fumo, segreti e titoli di giornale.
Tuttavia, ci sono momenti in cui la serie pare sovraccarica: troppe sottotrame, personaggi secondari che non si sviluppano pienamente, e dialoghi che a volte risultano espositivi. Inoltre, chi non conosce bene il contesto storico può perdersi nei nomi e negli intrecci politici.
Nonostante tutto, la serie riesce dove molte produzioni storiche falliscono: rende il potere inquietante e vulnerabile. E quando scopri il ruolo che un piccolo dettaglio ebbe – quella singola telefonata, quel nascondere una traccia — capisci che lo scandalo non è nato dal nulla, ma da uomini che credevano di essere al di sopra del bene e del male.
✅ Pro & ❌ Contro
✔️ Punti di forza | ❗ Limiti |
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Cast solido e carismatico (Harrelson & Theroux) | Troppi personaggi e storyline secondarie |
Ambientazione anni ’70 ben resa e credibile | Dialoghi a tratti troppo esplicativi |
Tensione politica e morale ben costruita | Alcune parti del racconto appaiono lente o ridondanti |
Approccio non celebrativo: il potere mostrato nei suoi limiti | Può risultare complessa per chi non conosce il Watergate |
Valutazione: ★★★★☆ (4/5)