Quando due protagonisti della commedia italiana come Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni si incontrano in un unico film, le aspettative si alzano in automatico. Ci si aspetta la magia, la risata continua, la perfetta alchimia tra due stili comici diversi ma potenzialmente complementari. Ma Io e te dobbiamo parlare è un titolo che sembra già confessare, con ironia involontaria, quello che manca davvero alla pellicola: un dialogo autentico tra due mondi che faticano a fondersi.
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Una coppia improbabile alle prese con un caso… e con sé stessi
La trama parte da un’idea semplice: due poliziotti agli antipodi – Antonio e Pieraldo – vengono assegnati allo stesso caso, con la missione di collaborare nonostante le divergenze caratteriali. Il tutto si muove su binari da buddy movie classico, con l’aggiunta di inserti sentimentali, gag da sketch show e momenti di riflessione che sembrano voler dare profondità ai personaggi.
Il problema, però, è che tutto resta in superficie. Le dinamiche tra i due protagonisti sembrano costruite più per incastrare le rispettive battute che per far emergere un vero legame. Si ride, ogni tanto, ma manca la scintilla, quella capacità di far fluire naturalmente il ritmo comico e narrativo.
Stili a confronto: non sempre il mix funziona
Siani e Pieraccioni hanno due scuole di comicità differenti: il primo più verbale, teatrale, con una carica partenopea istintiva; il secondo più morbido, toscano, con tempi dilatati e quell’ironia bonaria che da sempre lo contraddistingue. In teoria poteva uscirne qualcosa di originale, in pratica i due sembrano viaggiare su binari paralleli che raramente si incontrano.
Le loro scene insieme risultano spesso trattenute, e anche quando si cerca di spingere sull’acceleratore con gag visive o battibecchi verbali, l’effetto è quello di una commedia che gira a vuoto. Non fastidiosa, ma innocua. E da una coppia così ci si aspetta qualcosa in più.
Regia e ritmo: il tono resta incerto
Siani, qui anche alla regia, cerca di cucire addosso ai due protagonisti una storia che alterna azione e momenti sentimentali. Ma il tono oscilla troppo: da una scena slapstick si passa a una riflessione sulla solitudine o sulle seconde possibilità, senza un vero equilibrio. Il risultato è un film che sembra voler dire molto, ma che finisce per dire tutto e niente.
Visivamente non c’è nulla di sbagliato: l’ambientazione marchigiana è piacevole, la fotografia pulita, il montaggio corretto. Ma manca quel guizzo, quella personalità registica capace di elevare il materiale di partenza.
Perché consigliamo (con riserva) Io e te dobbiamo parlare?
Consigliamo Io e te dobbiamo parlare a chi ama i due attori e vuole vederli sperimentare qualcosa di nuovo, pur sapendo che il risultato non è all’altezza delle loro carriere individuali. È un film che si lascia guardare, che ogni tanto strappa una risata, ma che difficilmente resta impresso.
Se siete in cerca di una commedia italiana leggera per una serata senza troppe pretese, può funzionare. Ma se cercate una vera chimica tra due colonne della comicità nostrana, forse è meglio aspettare un’occasione migliore.