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La pelle che abito: l’incubo elegante di Almodóvar

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

La pelle che abito è uno dei film più inquietanti, eleganti e disturbanti della filmografia di Pedro Almodóvar.
È un thriller psicologico vestito da melodramma, un body-horror che preferisce insinuarsi nella mente piuttosto che scioccare con la violenza visiva.

Al centro della storia ci sono il chirurgo plastico Robert Ledgard (Antonio Banderas) e Vera, una donna rinchiusa nella sua villa-laboratorio, avvolta in una seconda pelle sintetica che lui stesso le ha impiantato.
Ma questa è solo la superficie: ciò che nasconde il film è molto più oscuro, più crudele, più tragico.

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Trama e tematiche

Dopo aver perso la moglie in un incendio, Ledgard si ossessiona con la creazione di una pelle artificiale in grado di resistere al fuoco.
Quando scopre l’identità del rapitore e presunto stupratore della figlia, decide di vendicarsi… ma a modo suo.
La vendetta diventa un progetto chirurgico, scientifico, perverso: un atto di distruzione psicologica e identitaria che va oltre la violenza fisica.

Temi principali:

  • identità e corpo

  • trasformazione forzata

  • vendetta e follia

  • desiderio come controllo

  • la pelle come prigione e come maschera

Il film non parla solo di cosa ci rende “noi stessi”, ma di quanto sia fragile la nostra identità quando altri possono manipolarla.


Cosa funziona

  • Antonio Banderas magnetico: glaciale, misurato, inquietante, in una delle sue migliori interpretazioni.

  • Atmosfera elegante e velenosa: colori saturi, ambientazioni curate, tensione palpabile in ogni inquadratura.

  • Il colpo di scena: agghiacciante, perfettamente dosato, impossibile da dimenticare.

  • La scrittura di Almodóvar: sofisticata, malata e poetica allo stesso tempo.


Cosa convince meno

  • Tono molto cupo: non è un film facile, né digeribile da tutti.

  • Alcune sequenze sgradevoli: volutamente disturbanti, possono risultare eccessive per un pubblico sensibile.

  • Ritmo a tratti irregolare: alcuni passaggi sono volutamente lenti e contemplativi.

  • Morbidità della trama: non tutti reggono un livello di manipolazione psicologica così alto.


Valutazione finale

La pelle che abito è un viaggio nella follia, nella vendetta e nella distruzione dell’identità umana.
È un film esteticamente bellissimo e moralmente devastante, che rimane nella testa per giorni.
Almodóvar costruisce un’opera d’arte disturbante che non scende mai a compromessi.

Voto: 8,5 / 10


Pro e Contro

Pro Contro
Banderas straordinario e inquietante Temi estremi non per tutti
Atmosfera elegante e disturbante Alcune scene scioccanti
Regia e scrittura di grande livello Ritmo non sempre lineare
Twist narrativi potenti Morbosità a volte opprimente

Curiosità

  • Il film è ispirato al romanzo Tarantula di Thierry Jonquet.

  • Segna la reunion cinematografica tra Almodóvar e Banderas dopo oltre vent’anni.

  • La villa-laboratorio, con le sue linee fredde e colori saturi, è diventata iconica per il contrasto tra bellezza e orrore.

  • Almodóvar considera questo film la sua opera più “crudele”.