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Léon recensione – killer, redenzione e rapporto impossibile

  • Categoria dell'articolo:Recensioni film

Léon è un killer solitario (Jean Reno) che vive a New York, italo-americano, analfabeta, dedito al suo “lavoro” con rigidità professionale. Vive in quasi completo isolamento, con una pianta come unica compagnia, finché la sua vita non viene sconvolta da Mathilda (Natalie Portman), una ragazzina di dodici anni, la cui famiglia viene brutalmente uccisa da agenti corrotti guidati da Norman Stansfield (Gary Oldman).

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Mathilda, sopravvissuta al massacro, si rifugia con Léon che – pur riluttante – la accoglie. Decide di chiedergli di diventare il suo maestro: vuole imparare da lui non solo a sopravvivere, ma a vendicarsi per la morte del fratellino. Nel corso del tempo si instaura un rapporto complesso tra i due: di dipendenza, protezione, empatia. Ma l’incontro con Stansfield e le sue scarne ma crudeli logiche porterà a un finale tragico, intenso e memorabile.


Cast e produzione

  • Regia di Luc Besson.

  • Jean Reno interpreta Léon, il killer.

  • Natalie Portman nei panni di Mathilda, la ragazza che cerca protezione e vendetta.

  • Gary Oldman è Norman Stansfield, antagonista corrotto e inquietante.

  • Il film dura circa 105 minuti ed è ambientato negli Stati Uniti (New York), anche se con una forte impronta stilistica europea.


Punti di forza

  1. Interpretazioni forti: Jean Reno riesce a dare al suo personaggio una durezza che convive con una fragilità nascosta. Natalie Portman, giovanissima, sorprende per intensità e naturalezza. Gary Oldman regala un antagonista spaventoso e carismatico.

  2. Atmosfera e stile visivo: Luc Besson costruisce immagini potenti, con uso del dettaglio, contrasti tra luce e ombra, ambienti sporchi o claustrofobici alternati al silenzio. La pianta di Léon diventa un simbolo di cura e umanità in mezzo alla violenza.

  3. Tema della redenzione e dell’umanità: Non è solo un film d’azione o vendetta: pone domande morali su cosa significhi proteggere, amar,e crescere anche quando tutto spera distruggerti.

  4. Colonna sonora ed elementi visivi memorabili: musica, suoni, silenzi: ogni scelta contribuisce a costruire tensione e a marcare emozioni.


Debolezze

  1. Rapporto controverso: Il legame emotivo tra Léon e Mathilda può risultare impegnativo per la sensibilità moderna, anche se il film evita esplicitamente toni sessuali espliciti.

  2. Idealizzazione del protagonista: Pur nella sua brutalità, Léon è presentato spesso come un “codice morale”, una figura quasi astratta nei suoi limiti — questo può ridurre il realismo in certe scene.

  3. Ritmo variabile: Alcune sequenze sono molto lente – momenti riflessivi o di attesa che possono sembrare meno necessari al pubblico abituato a film più frenetici.


Impressione complessiva

Léon è un classico che resiste nel tempo. È potente, visivamente impressionante, emotivamente complesso. Anche se oggi può provocare riflessioni critiche maggiori, soprattutto sul rapporto tra i protagonisti, resta un film che commuove, spaventa, affascina. Consigliato sia a chi ama il cinema d’azione con spessore, sia a chi cerca qualcosa che lasci il segno.


Pro & Contro

✔️ Pro ❗ Contro
Grande recitazione, soprattutto dei protagonisti giovani Alcune scene possono risultare imbarazzanti oggi per il legame tra Léon e Mathilda
Stile visivo memorabile, atmosfera ben costruita Ritmo non uniforme, con momenti lenti che potrebbero rallentare chi cerca solo azione
Temi morali profondi: perdita, protezione, redenzione Presentazione idealizzata del killer, che a volte sfiori il mito più che il realismo

Valutazione: ★★★★☆ (4/5)


Curiosità

  • Natalie Portman aveva solo 12 anni durante le riprese, ed è stato uno dei suoi primi ruoli importanti.

  • Il personaggio di Léon è spesso ricordato per la sua pianta: metafora molto usata come simbolo della vita, della cura e della fragilità.

  • Gary Oldman, nei panni di Stansfield, offre uno dei suoi ruoli più memorabili: corrotto, imprevedibile, estremo.