I Cavalieri tornano in scena con un nuovo colpo impossibile. Tra illusioni sempre più spettacolari, vecchi nemici e alleanze inaspettate, il gruppo si trova coinvolto in un piano che mette in discussione le regole stesse del gioco. Questa volta non si tratta solo di ingannare il pubblico, ma di capire chi sta davvero tirando i fili dietro le quinte.
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Con L’illusione perfetta – Now You See Me: Now You Don’t, la saga tenta un’operazione delicata: rilanciare un franchise che ha sempre vissuto di spettacolo, ritmo e colpi di scena più che di reale coerenza narrativa.
Il film resta fedele alla formula che ha reso riconoscibile la serie: montaggio serrato, spiegazioni postume che ribaltano il senso delle scene precedenti e un uso della magia più cinematografico che credibile. Il divertimento c’è, soprattutto per chi ha apprezzato i capitoli precedenti, ma la sensazione di “già visto” è difficile da ignorare.
Il problema principale è che l’effetto sorpresa, elemento chiave del franchise, funziona meno di un tempo. Alcuni twist risultano prevedibili, altri volutamente contorti, quasi a voler mascherare una scrittura che spesso confonde complessità con profondità. Il film intrattiene, ma raramente stupisce davvero.
Dove Now You See Me: Now You Don’t convince è nello spettacolo puro: le sequenze di magia sono coreografate con grande attenzione visiva e continuano a essere il vero motore della saga. Meno incisivo invece il lato emotivo, con personaggi che sembrano ormai bloccati nei propri ruoli iconici, senza una reale evoluzione.
In definitiva, è un sequel che non tradisce i fan ma difficilmente conquisterà nuovi spettatori. Un gioco di prestigio ben eseguito, anche se il trucco ormai si intravede.
Voto finale
★★★☆☆ (6,5/10)
✅ Pro e ❌ Contro
Pro
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Sequenze di magia spettacolari e ben messe in scena
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Ritmo veloce e intrattenimento assicurato
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Coerenza con lo stile dei film precedenti
Contro
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Colpi di scena meno sorprendenti
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Sceneggiatura eccessivamente contorta
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Personaggi poco evoluti
Curiosità
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Il titolo gioca apertamente sull’idea di presenza e assenza, richiamando il concetto base dell’illusionismo.
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Il film punta a rilanciare il franchise per un nuovo ciclo di sequel.
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La saga è spesso citata come esempio di “magic heist movie”, un sottogenere ormai riconoscibile.