Il film Oldboy, diretto da Park Chan-wook, è una delle opere più intense e disturbanti del cinema contemporaneo. Si tratta di un thriller coreano uscito nel 2003 che esplora l’ossessione, la vendetta e il dolore in modo brutale e senza compromessi.
La storia inizia con il rapimento improvviso del protagonista, Oh Dae-su, senza motivazioni chiare, e lo vede imprigionato per quindici anni in una cella, senza contatti con l’esterno. Al suo rilascio, Dae-su ha cinque giorni per scoprire il motivo del suo calvario e vendicarsi del responsabile. Ma ciò che scopre va ben oltre ogni aspettativa.
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Trama e tematiche
Oh Dae-su è un uomo comune, finito in una spirale di solitudine, rabbia e frustrazione nella sua prigionia. Quando viene liberato, la sua vita è irrimediabilmente cambiata: la vendetta diventa non solo un obiettivo ma un morbo che lo consuma. Il film esplora fino a che punto è possibile spingersi quando l’essere umano è privato della libertà e immerso nell’ossessione.
Alla base c’è una riflessione sulla sofferenza inflitta e ricevuta, sulla memoria e sull’identità: cosa rimane di noi dopo anni di prigionia? E quanto è sottile la linea che separa la vittima dal carnefice? Oldboy non risparmia scene scioccanti né momenti di pura crudeltà, ma lo fa per indagare la psiche e il corpo bruciati.
Cosa funziona
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Impatto visivo e narrativa cruda: il film non si nasconde dietro pacatezza. Le immagini sono forti, la tensione elevata, e la struttura narrativa ti trascina dentro un vortice senza via d’uscita.
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La sequenza del corridoio: uno dei pezzi più memorabili del cinema moderno, girato in un lungo piano sequenza che amplifica il senso di lotta disperata.
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Profondità tematica: pur essendo un film violento, va oltre il semplice thriller, indagando la vendetta come meccanismo autodistruttivo, la colpa e la redenzione.
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Interpretazione e regia: Choi Min-sik (nei panni di Dae-su) dà una performance fisica e mentale impressionante. Park Chan-wook dirige con stile e cattiveria calcolata.
Cosa convince meno
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Violenza estrema, non per tutti: chi non ama scene crude o situazioni limite potrebbe trovarlo eccessivo o disturbante.
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Situazioni narrative estreme: alcune svolte della trama possono risultare poco credibili o troppo “oltre”, rischiando di togliere immersione a chi preferisce realismo più sobrio.
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Difficoltà emotiva nell’immedesimazione: i personaggi sono così tormentati e l’atmosfera così carica che diventa difficile avere empatia o conforto durante la visione.
Valutazione finale
Oldboy è un film potente, corrosivo e visivamente memorabile. Non cade mai nella pietà facile né nel semplice exploit violento gratuito: è una riflessione spietata sul dolore, la vendetta e l’identità. Se avete stomaco forte e siete pronti a un’esperienza intensa, è un must del cinema asiatico. Altrimenti, siate cauti.
Voto: 9 / 10
Pro e Contro
| Pro | Contro |
|---|---|
| Immagini forti e sequenze indimenticabili | Violenza estrema che può risultare troppo per alcuni |
| Tematiche profonde e dolore autentico | Alcune svolte narrative appaiono estreme o poco realistiche |
| Regia precisa e interpretazione potente | Minima possibilità di immedesimazione emotiva |
| Capolavoro del cinema coreano moderno | Non adatto a chi cerca intrattenimento leggero |
Curiosità
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Oldboy fa parte della cosiddetta “Trilogia della vendetta” del regista: preceduto da Sympathy for Mr. Vengeance e seguito da Lady Vengeance.
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Il celebre piano sequenza nel corridoio è diventato un esempio citato di tecnica nelle scuole di cinema e tra gli appassionati.
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In alcune classifiche cinematografiche moderne è annoverato tra i migliori film asiatici e tra i più influenti del XXI secolo.