Stick segue Pryce Cahill (Owen Wilson), ex golfista di successo ora venditore in un club, che accetta di allenare il giovane talento Santi. Tra tornei, rivalità e fragilità personali, Pryce dovrà affrontare i suoi demoni mentre cerca di riportare Santi (Peter Dager) e se stesso in pista.
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Owen Wilson al centro: carisma e malinconia
Wilson conferisce al suo personaggio una malinconia mischiata a umorismo pacato, rendendo Pryce un mentore autentico e a tratti tormentato. Al suo fianco, il giovane Dager regge bene il confronto, anche se Zero (Lilli Kay) e Elena (Mariana Treviño) a volte mancano di profondità reale.
Formula sportiva con cuore
La serie segue una formula di underdog sportivo: pratica, fallimenti, trionfi emotivi. Si avverte l’eco di Tin Cup o Happy Gilmore, ma in episodica modalità. Alcuni tropes risultano prevedibili, ma la recitazione e piccoli momenti di sincerità compensano bene.
Cosa funziona
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Performance di Owen Wilson: affascinante nel ruolo, porta delicatezza e spessore.
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Atmosfera da dramedy: il tono equilibrato tra ironia e introspezione crea empatia.
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Tema auto-rinascita: mentor e pupillo crescono insieme tra swing e dialoghi profondi.
Dove inciampa
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Trama prevedibile: chi conosce lo sport farà confusione con cliché troppo già visti.
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Personaggi secondari scolastici: Zero e Santi restano stereotipi di “Gen Z” senza evolversi.
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Pacing altalenante: i momenti riflessivi possono rallentare l’azione sportiva.
Bilancio finale
Stick è una serie sportiva raffinata e umana, con un cuore sincero e un protagonista carismatico. Non rivoluziona il genere, ma offre una visione piuttosto compassionevole sul mondo del golf e della crescita personale. Ideale per chi ama storie intime con tiro di scena delicato.
Il nostro voto
★★★☆☆ 3 su 5
Un dramedy sportivo che punta sul fascino del mentore caduto e la risalita del talento, efficace nel ritratto emotivo ma non innovativo dal punto di vista sportivo.
✅ Pro & 🔴 Contro
Aspetti positivi | Aspetti negativi |
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Owen Wilson in stato di grazia | Trama sportiva prevedibile |
Tono equilibrato tra introspezione e leggerezza | Personaggi giovani poco caratterizzati |
Tematiche di crescita personale ben trattate | Ritmo a volte altalenante nelle fasi introspettive |