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La visione di Eggers: Dalla vendetta all’ossessione
Robert Eggers, con la sua innata maestria, adatta una leggenda norrena per il grande schermo, offrendo un’esperienza viscerale e potente. L’eco delle parole “Ti vendicherò, padre. Ti salverò, madre. Ti ucciderò, Fjolnir” riecheggia come una promessa di morte e vendetta. Questa sete ossessiva di rivalsa permea l’intero film, mostrandoci una discesa nelle tenebre dell’animo umano.
Un retaggio maledetto
Inserito nell’ambientazione fredda e selvaggia dei boschi islandesi del X secolo, il film dipinge il tragico assassinio di un re e il conseguente rapimento della regina. La vendetta, che inizia come un innocente lamento di un bambino traumatizzato, cresce in intensità, corrompendo l’anima e il corpo dell’erede Amleth.
Un’ispirazione antica
Mentre alcune somiglianze con l’Amleto di Shakespeare potrebbero emergere, è Shakespeare stesso che si è ispirato a questa antica narrazione. Eggers, con la sua attenzione ai dettagli, rivisita la storia vichinga, mostrando la stessa passione per il folklore come visto in “The Witch”.
Un film tra brutali tradizioni e un futuro speranzoso
La vendetta e la tradizione sono temi dominanti in “The Northman”. Amleth, interpretato magistralmente da Alexander Skarsgård, si dibatte tra il peso della vendetta e la rigidità delle tradizioni che soffocano il progresso.
La firma stilistica di Eggers
Dopo capolavori come “The Witch” e “The Lighthouse”, “The Northman” potrebbe apparire come l’opera più “commerciale” di Eggers. Tuttavia, non si può negare la forza delle sue immagini e la potenza della sua narrazione, che riesce a toccare l’anima dello spettatore.
Conclusioni
“The Northman”, nella nostra analisi, si presenta come un film visionario, potente e viscerale. Una storia di vendetta intrisa di fango e sangue, che porta lo spettatore in un viaggio tra passato e presente, tra realismo e folklore.
I punti di forza
- Ricostruzione storica meticolosa.
- Un’esperienza visiva mozzafiato.
- Una brutalità che serve la trama.
Le criticità
Alcuni momenti risultano essere eccessivamente didascalici, ma sono piccole sbavature in un’opera complessivamente magistrale.