Al momento stai visualizzando The OA: il mistero che ti sceglie, non quello che scegli tu

The OA: il mistero che ti sceglie, non quello che scegli tu

Ci sono serie che guardi. E ci sono serie che ti guardano mentre le guardi.
The OA appartiene alla seconda categoria.

Non è una serie semplice, né vuole esserlo.
È una storia che respira come un organismo: lenta, magnetica, spirituale, spiazzante. Una di quelle opere che fai fatica a raccontare senza sentirti un po’ folle — e forse è proprio questo il bello.

Prairie Johnson (o OA, o chissà chi) torna a casa dopo anni di sparizione. Era cieca. Ora ci vede. Dice di essere stata in un altro luogo, forse un altro mondo.
Non cerca spiegazioni ufficiali, cerca persone che la ascoltino.
E, stranamente, le trova.

La serie non parla di dimensioni parallele… o meglio, sì.
Non parla di rapimenti… eppure sì.
Non parla di fede… ma allo stesso tempo è pura spiritualità.

The OA è un’invocazione: a credere, a dubitare, a lasciarsi tirare dentro.

Guardala in streaming 4K gratuito su Altadefinizione.

Un mistero che non vuole essere spiegato

Ogni episodio sembra fatto per essere più sentito che capito.
La regia è ipnotica, come se la telecamera sbucasse da un sogno o da un ricordo che non sei certo di aver vissuto davvero.

I momenti più strani (i movimenti, i simbolismi, le visioni) non chiedono di essere interpretati: chiedono solo che tu ci stia dentro.
Non è intrattenimento, è un’esperienza.


Cosa funziona davvero

  • Brit Marling è impressionante: fragile, forte, aliena e familiare allo stesso tempo.

  • Senso di spiritualità moderna: non religiosa, non mistica. Qualcosa di più raro: pura ricerca.

  • Gruppo di adolescenti “veri”: vulnerabili, incasinati, pieni di un bisogno disperato di credere.

  • Regia poetica: silenzi lunghi, estetica pulita, atmosfera sospesa.

  • Mistero che cresce in modo organico: niente cliffhanger facili, ma una sensazione costante di “qualcosa che si rivela”.


Cosa potrebbe far storcere il naso

  • Ritmo lento: se cerchi azione, scappa ora.

  • Ambiguità volutamente estrema: la serie non ti spiega niente.

  • Momenti che possono sembrare “weird” senza preavviso: e sì, parlo anche dei movimenti.

  • Finale della stagione 2 che apre invece di chiudere: e il rinnovo non è mai arrivato.


Valutazione finale

The OA è una di quelle serie rare che dividono il pubblico in due:
chi la ama e chi la abbandona.
Non esiste la via di mezzo.

È un’opera sulle ferite, sulla fede, sul trauma, sull’immaginazione, sull’identità e su quello spazio indefinito tra dolore e speranza dove a volte ci rifugiamo.

Non è perfetta. Non vuole esserlo.
È un atto di coraggio narrativo e, per chi ci entra dentro, un piccolo terremoto emotivo.

Voto: 9 / 10
(perché le opere coraggiose meritano sempre qualcosa in più)


Pro e Contro

Pro Contro
Brit Marling magnetica Ritmo troppo lento per molti
Atmosfera unica e spirituale Mistero che non si risolve
Personaggi fragili e veri Momenti “strani” che spiazzano
Regia poetica e visionaria Finale aperto e mai concluso
Serie che resta addosso Non adatta a chi cerca chiarezza

Curiosità

  • Brit Marling non è solo la protagonista: è anche co-creatrice e co-sceneggiatrice.

  • La serie utilizza spesso simbolismi presi da ricerche sulla NDE (Near Death Experience).

  • I “movimenti” sono stati coreografati come rituali espressivi, non come danza.

  • Il finale della stagione 2 è considerato uno dei cliffhanger più discussi degli ultimi anni.