The Penguin è una serie che non gioca a fare il supereroistico: è un gangster drama puro, viscerale, marcio, con Gotham come palude morale in cui solo i predatori sopravvivono.
Ambientata subito dopo gli eventi di The Batman, la serie segue Oswald “Oz” Cobblepot mentre tenta di riempire il vuoto di potere lasciato dal crollo del crimine organizzato nella città.
Dimenticate il Pinguino caricaturale del passato: qui abbiamo un uomo ambizioso, intelligente, implacabile e sorprendentemente umano nella sua fame di riconoscimento. Colin Farrell è irriconoscibile e gigantesco, letteralmente magnetico: il suo Oz è un outsider che scala il sottobosco criminale senza mai perdere l’eleganza… né la ferocia.
La serie è cupa, densa, sporca. Racconta Gotham non come un teatro gotico, ma come un mondo reale, brutale, senza glamour: solo potere, soldi, dolore e sopravvivenza.
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Dopo l’alluvione vista in The Batman, la città è un caos totale. Le vecchie famiglie criminali sono allo sbando, la polizia è corrotta quanto prima e la criminalità vive un momento di transizione.
Cobblepot vede l’occasione della vita: trasformarsi da “tirapiedi” della mafia a figura dominante dei nuovi equilibri criminali.
La serie esplora:
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l’ascesa nel crimine organizzato
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le origini del potere
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l’ambizione come arma e condanna
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la famiglia, quella di sangue e quella criminale
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la città come creatura viva
Non c’è supereroismo, non c’è Batman (o quasi): c’è solo Gotham e i suoi predatori.
Cosa funziona
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Colin Farrell immenso: trasforma Cobblepot in un boss credibile, ambiguo, carismatico.
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Atmosfera criminale autentica: Gotham sembra una versione ancora più sporca di Chicago anni ’70.
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Ritmo serrato, tensione costante: ogni episodio spinge Oz più in alto e più vicino al baratro.
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Scrittura matura: dialoghi affilati, alleanze instabili, politica mafiosa credibile.
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Regia cinematografica: taglio noir, fotografia cupissima, estetica in linea con The Batman.
Cosa convince meno
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Tono molto cupo: richiede attenzione e non concede mai leggerezza.
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Violenza grafica frequente: non per tutti.
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Alcune sottotrame si dilungano: soprattutto quelle politiche.
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Poco Batman → qualcuno potrebbe sentirne la mancanza.
Valutazione finale
The Penguin è uno dei prodotti più maturi mai usciti dal mondo di Gotham.
È un gangster drama feroce, con un protagonista complesso che oscilla tra vittima e carnefice, tra ambizione e autodistruzione.
Non ha la spettacolarità degli eroi in maschera, ma ha una cosa che pochi adattamenti di fumetti riescono ad avere: realismo emotivo e criminale.
Se amate il lato oscuro, terreno e politico della città di Batman, questa serie è un must assoluto.
Voto: 8,5 / 10
Pro e Contro
| Pro | Contro |
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| Colin Farrell straordinario | Tono e violenza molto cupi |
| Regia e fotografia di livello cinematografico | Alcune sottotrame lente |
| Gotham più realistica che mai | Pochissimo Batman |
| Trame criminali tese e credibili | Non adatta a chi cerca azione supereroistica |
| Personaggi secondari incisivi | Richiede attenzione |
Curiosità
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Colin Farrell ha mantenuto diverse abitudini del personaggio anche fuori dal set per non uscire dal mindset criminale.
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La serie funge da ponte diretto verso The Batman – Part II.
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È stata girata interamente con lo stesso mood visivo del film: luci basse, pioggia, neon sporchi e quartieri degradati.
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Il Pinguino è stato pensato più come protagonista da serie crime (alla Sopranos) che come villain classico.