Tin Soldier è un thriller d’azione che parte con un cast impressionante: Jamie Foxx nei panni del carismatico leader di una setta di veterani, Scott Eastwood come ex membro che cerca di staccarsi da quel mondo, Robert De Niro in un ruolo più contenuto ma prestigioso. Il punto di partenza è forte: veterani di guerra con disturbo da stress post-traumatico, tradimenti, senso di vendetta, fedeltà mutilata – tutto materiale che può dare un film intenso.
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Il protagonista, Nash Cavanaugh (Scott Eastwood), ha abbandonato il programma paramilitare fondato da Leon “The Bokushi” Prudhomme (Jamie Foxx), che inizialmente si proponeva come aiuto per un gruppo di veterani dimenticati, ma che mura il suo seguito dentro una specie di culto personale e armato. Quando Nash scopre che sua moglie, creduta morta, potrebbe essere ancora viva, ritorna su quel terreno per affrontare non solo il Bokushi, ma anche i propri demoni interiori.
Dove il film brilla (e dove traballa)
Punti di forza
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Alcune scene d’azione sono ben orchestrate e visivamente efficaci. La tensione ha momenti di buon impatto, soprattutto quando Nash esplora il passato e il conflitto interiore.
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Il film cerca di affrontare temi come il PTSD, la lealtà corrotta, il tradimento e la redenzione, offrendo spunti emotivi non trascurabili.
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Scott Eastwood gestisce bene il ruolo del protagonista tormentato; Foxx, nei momenti di villain e leader carismatico, aggiunge peso alla vicenda.
Debolezze
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Il ritmo non è sempre equilibrato: la presenza costante di flashback – usati per spiegare traumi e relazioni precedenti – finisce spesso per appesantire la narrazione piuttosto che arricchirla.
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Molti personaggi secondari restano abbozzati: il film non ha molto tempo da dedicare a costruire legami forti che facciano davvero sentire il peso emotivo di certe situazioni.
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Il tono è a tratti confuso: azione, introspezione, drammi personali e la parte da thriller politico-militare si mischiano senza trovare sempre un equilibrio convincente.
Pro & Contro
✔️ Pro | ❗ Contro |
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Cast di lusso con nomi di peso che attirano l’attenzione | Narrazione disomogenea, con momenti poco chiari e flashback troppo intermittenti |
Temi attuali e potenzialmente forti (veterani, lealtà, trauma) | Alcune scene sembrano farsi carico più del look che dell’emozione vera |
Momenti d’azione ben realizzati | Personaggi secondari poco definibili, poca profondità nei ruoli minori |
Durata relativamente snella, meno di due ore | Tensione non sempre mantenuta durante tutto il film |
Valutazione: ★★☆☆☆ (2,5/5)
Impressione finale
Tin Soldier è un’occasione mancata: soffre del classico problema dei thriller che vogliono “fare troppo” e finisce per diluire ciò che potrebbe essere forte. Il cast ha tutto per reggere una storia dura, ma la sceneggiatura non dà sempre strumenti all’azione, lasciando sensazioni contrastanti.
Se lo guardi per le interpretazioni o per la premessa, qualcosa c’è da salvare. Ma se speravi in un thriller potente, deciso e coerente, forse resti un po’ deluso.