Wild Cards è una di quelle serie che non cercano di rivoluzionare il genere crime.
Puntano su qualcos’altro: divertimento, ritmo, chimica tra i protagonisti e quel tono da “procedurale contemporaneo” che strizza l’occhio alle vecchie buddy-cop stories, ma con una freschezza nuova.
La premessa è semplice e irresistibile:
una truffatrice brillante, Ellis, finisce per collaborare con un detective troppo rigido per il mondo moderno, Cole, dopo che entrambi restano incastrati nello stesso caso.
La loro intesa non nasce… si costruisce, tra litigi, battute, colpi di scena e inganni che sembrano usciti da un manuale di sopravvivenza urbana.
La serie è leggera, sì, ma non banale: trova il suo ritmo proprio perché non si prende mai troppo sul serio.
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Dinamica perfetta: Ellis & Cole
Ellis è il tipo di personaggio che accende qualsiasi scena:
istinto, charme, velocità mentale, sorriso da “non fidarti mai di me ma fallo lo stesso”.
Cole è l’opposto: rigido, metodico, un po’ stanco, un po’ spaesato dal caos che Ellis porta nella sua vita.
La loro alchimia è la colonna portante della serie.
Non c’è romanticismo forzato, almeno non subito: c’è tensione, una rivalità divertita, una partnership che si costruisce pezzo dopo pezzo mentre i due imparano a leggere il mondo l’uno attraverso gli occhi dell’altra.
Episodi rapidi, casi intelligenti
Ogni puntata propone un caso diverso, con:
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truffe creative
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situazioni assurde risolte con genialità improvvisata
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colpi di scena messi lì più per sorriso che per shock
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un ritmo che non si spezza mai
Non è il crime cerebrale alla True Detective:
è un crime che vuole farti stare bene, intrattenere, farti ridere e farti affezionare ai personaggi.
Ed è qui che Wild Cards riesce: è una comfort-series mascherata da poliziesco.
Dove inciampa
Essendo un crime leggero:
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alcune soluzioni investigative sono volutamente comode
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la continuity emotiva non è sempre profonda
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c’è una formula che, se non viene variata, rischia di ripetersi dopo qualche episodio
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i personaggi secondari sono simpatici ma poco sviluppati
Non sono difetti gravi, ma vanno messi in conto se cerchi un crime “serio”.
Valutazione finale
Wild Cards non vuole essere drammatica, complessa o cupa.
Vuole essere divertente, brillante, ritmata.
E ci riesce.
È l’ideale per chi ama le serie procedural con personalità, per chi cerca un crime che non faccia sudare la fronte ma che tenga sveglia la curiosità.
Un prodotto fresco, colorato, con due protagonisti che funzionano e un mondo che invita a tornare episodio dopo episodio.
Voto: 7,5 / 10
Pro e Contro
| Pro | Contro |
|---|---|
| Ellis e Cole: coppia magnetica | Formula episodica che può ripetersi |
| Tono leggero ma intelligente | Personaggi secondari poco approfonditi |
| Casi sempre creativi | Nessun vero rischio narrativo |
| Buon ritmo e humor efficace | Finale di stagione non molto audace |
| Perfetta come comfort-show | Non adatta a chi cerca crime realistici |
Curiosità
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La serie è stata pensata come “crime alla vecchia maniera” ma con energia moderna.
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L’attrice di Ellis ha contribuito a creare molte delle trovate truffaldine usate nella serie.
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Gli episodi sono girati con una fotografia molto luminosa, per distanziarsi dai crime cupi contemporanei.
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La serie è stata fin da subito progettata per più stagioni.