Si apre con un’officina, chiavi inglesi, odore di olio e un sogno femminile: Tagliando d’amore parte da qui. Charlie è colei che ha ereditato dal padre non solo un’officina, ma un’idea: un luogo interamente gestito da donne, una sfida per stereotipi, un atto di rivendicazione personale. Ma quando accanto a lei arriva un rivale spietato — Beau — col suo gruppo di officine, l’equilibrio vacilla.
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Nel frattempo, Charlie intreccia dialoghi su un forum automobilistico con un confidente anonimo, ignara che dall’altra parte della tastiera c’è proprio Beau. L’equilibrio fragile tra “chi sei” e “chi vuoi diventare” diventa la tensione centrale del film. Quando realtà e identità segreta si scontrano, quel sogno meccanico si trasforma in una commedia romantica fatta di malintesi, sfide economiche e sentimenti sinceri che emergono tra bulloni e smalto.
Lacey Uhlemeyer dirige con mano leggera un film che sa essere piuttosto “cono di comfort”: non vuole scardinare il genere, ma ti porta lì, nel suo mondo, con personaggi che vorresti fossero veri. Madelaine Petsch, nei panni di Charlie, regala energia e determinazione, ma resta – purtroppo – vincolata da battute e situazioni già viste. Jacob Scipio come Beau funziona se lo si prende per quel che è: un antagonista con charme, non un rivoluzionario. I dialoghi, a tratti, suonano un po’ teatralmente sovradimensionati, e quel gioco di “chi sei veramente?” è raccontato con delicatezza ma anche con poco rischio.
Il film prova a fare vedette: dare voce alle imprenditrici, capovolgere ruoli di genere, parlare della pressione aziendale. Ma non spinge davvero il fiato: restiamo spesso nella superficie del conflitto. Alcuni momenti risuonano, soprattutto quando Charlie si pregunta se il sogno valga la battaglia. Altri — i colpi di scena e le scenate emotive — rischiano invece di stridere per scollamento tra intenzione e realizzazione.
🔧 Pro & Contro
✔️ Pro | ❗ Contro |
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Ambientazione insolita e interessante: l’officina meccanica tutta al femminile | Trama prevedibile e poco sorprendente |
Protagonista determinata con conflitti interni intriganti | Personaggi secondari poco sviluppati |
Il tema dell’identità online vs reale ha potenziale | Dialoghi e situazioni che restano nella comfort zone del genere |
Momenti romantici ben dosati e scenografia coerente | La rivalità “commerciale + identità segreta” è una combinazione già vista |
Valutazione: ★★☆☆☆ (2.5 / 5)